L’Area Studi Mediobanca ha analizzato l’impatto della pandemia del Covid-19 sui bilanci annuali 2020 di quasi 200 grandi multinazionali con fatturato annuale superiore a 3mld di euro, ricavi complessivi pari a oltre 8.000 miliardi e 21 milioni di occupati nel mondo.
Il Covid-19 e le grandi multinazionali: settori e geografie a confronto
La pandemia del Covid-19 ha avuto un impatto notevole ed eterogeneo su tutti i settori dell’economia globale, comprese le grandi multinazionali. Con la Cina già tornata su livelli d’attività pre-crisi, nelle altre aree geografiche i segnali di ripresa intravisti nel terzo trimestre hanno trovato una parziale conferma nell’ultimo scorcio dell’anno, in particolare per i gruppi che vendono soprattutto in Asia. A livello settoriale gli operatori più in difficoltà sono stati i colossi petroliferi, i produttori di mezzi di trasporto e i gruppi della Moda, con riduzione a doppia cifra di ricavi, margini e investimenti e cali anche occupazionali.
In forte crescita le WebSoft, ma anche la GDO e l’industria alimentare hanno saputo approfittare dell’accelerazione impressa dalla pandemia ai cambiamenti negli stili di vita e nelle abitudini di acquisto, più orientate verso le nuove tecnologie. Gli effetti della crisi sanitaria influenzeranno, con sfumature variabili tra i settori, le performance dei mesi a venire fino al completamento delle campagne vaccinali.
Le grandi multinazionali nel 2020: i settori trainanti e quelli in maggior difficoltà
Il giro d’affari delle maggiori multinazionali mondiali è mediamente in contrazione del 3,1% rispetto al 2019, con ampia divergenza fra i settori. Si distinguono i gruppi del WebSoft che continuano a crescere (+19,5%), seguiti a distanza dalla GDO (+8,5%), dall’alimentare (+7,9%), dall’Elettronica (+5,4%) e dalle case farmaceutiche (+3,0%). Le Telecomunicazioni e l’industria dei Pagamenti Digitali mostrano una certa resilienza, con ricavi tendenzialmente stabili (rispettivamente -0,6% e -0,7%), mentre sono in sofferenza i colossi dell’Oil&Gas (-32,9%), i produttori di aeromobili (-26,8%), i gruppi della Moda (-17,3%) e dell’Automotive (-12,1%).
A livello geografico, pressoché invariati i ricavi delle multinazionali dell’area Asia Pacifico e di quelle localizzate nelle Americhe; avanzano le cinesi (+11,2%), mentre le europee subiscono il più duro contraccolpo (-14,5%), con le italiane maggiormente in difficoltà (-29,0%) per l’assenza di grandi operatori nella new economy e nell’elettronica.
WebSoft, elettronico, alimentare e GDO incrementano il fatturato in ciascun trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019; le Telecomunicazioni e l’Automotive tornano a crescere nel quarto trimestre dopo tre periodi in calo. In contrazione in tutti i trimestri del 2020 le multinazionali delle Bevande e della Moda, i produttori di aeromobili e i colossi dell’Oil&Gas.
In generale diminuzione anche gli investimenti (-2,0% sul 2019), con importanti flessioni per le multinazionali della Moda (-30,6%), i produttori di aeromobili (-26,4%) e i colossi dell’Oil&Gas (25,3%) che hanno reagito alla crisi diversificando i loro progetti per poterli riproporre in futuro in uno scenario normalizzato. In forte progressione gli investimenti delle WebSoft (+32,3%), seguiti a distanza da quelli del settore Pagamenti Digitali (+11,9%) e delle case farmaceutiche (+10,1%). Queste ultime evidenziano anche un incremento del +4,8% nelle spese di ricerca e sviluppo. Aumentano anche gli investimenti dei gruppi dell’Elettronica (+6,7%), dell’alimentare (+6,1%) e delle telecomunicazioni (+2,3%).
Nonostante l’importante contrazione nel numero di ore lavorate nel 2020, la generale adozione di misure volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e la ripresa economica in Cina hanno evitato un crollo generale del numero degli occupati a livello mondiale. La forza lavoro delle maggiori multinazionali è in leggero aumento rispetto al 2019 (+1,5%), sulla scia delle assunzioni effettuate dalle WebSoft (+29,6%) in parallelo all’espansione dei propri volumi d’affari. I gruppi americani, trainati dalle bigh tech, aumentano i propri dipendenti del 7,1%, le multinazionali con sede in Europa chiudono al 0,9%, i gruppi italiani al -4,0% per l’assenza di grandi operatori nella new economy e nell’high tech.
Covid e capitalizzazione di borsa
Dopo le perdite del primo trimestre 2020, la capitalizzazione complessiva delle maggiori multinazionali al 26 marzo 2021 è superiore del 15,4% rispetto alle quotazioni di fine 2019. In corsa le multinazionali dell’Elettronica (+41,9%) e le WebSoft (+37,4%). L’annuncio nello scorso novembre del primo vaccino anti-Covid ha premiato anche i settori pro-ciclici, in particolar modo l’Automotive (+39,0%) sebbene le vendite del settore non abbiano ancora invertito la rotta. In calo a doppia cifra le performance di Borsa per i produttori di aeromobili (-25,6%), per i colossi dell’Oil&Gas (-13,9%) e per le multinazionali delle Bevande (-10,1%).