Un’idea del governo potrebbe farti pagare meno tasse se paghi con la carta di credito: ecco come funziona la cosa.
In Italia siamo ancora molto legati al contante, ma il governo vuole spingere gli italiani ad usare sempre di più i metodi di pagamenti digitali, per ridurre l’evasione. Per farlo, si sta pensando di far pagare meno tasse a chi utilizza di più la carta di credito per i propri pagamenti. Ecco di cosa si tratta.
Meno tasse se paghi con la carta di credito
Nella nuova manovra di bilancio il governo ha inserito una proposta per incentivare l’uso dei metodi di pagamento tracciabili e digitali, in sfavore dei contanti. Questo tipo di misura esiste già in alcuni ambiti, poichè ad alcuni bonus si può accedere solo pagando con carta di credito o bonifico bancario, e la proposta del governo è di allargare il raggio d’azione di questo sistema a tutte le detrazioni fiscali italiane. Il motivo di questa proposta è tentare di ridurre l’evasione, essendo il nostro Paese quello dove si evade più Iva in tutta Europa.
Utilizzando i pagamenti digitali, evadere è molto più difficile, e per incentivare gli italiani ad abbandonare il contante, il governo ha pensato di dare in cambio più detrazioni fiscali a chi sceglie di pagare con carta o bancomat. Questa nuova misura di cui sta discutendo il governo avrà validità sia per i privati che per le aziende, le quali preferendo i pagamenti tracciabili a quelli contanti, nella gestione della propria attività, potranno accedere a detrazioni fiscali cui altrimenti non avrebbero accesso.
Ridurre l’evasione
In Italia quello dell’evasione fiscale è un problema importante, e ammonta a circa il 25% dell’evasione dell’Unione Europea. Le misure degli ultimi anni hanno migliorato la situazione, ma non siamo ancora al punto in cui vorremmo essere. Infatti, in pochi anni siamo passati da mancati incassi per oltre 33 miliardi di euro, a circa 17, ma non è ancora sufficiente. Nonostante l’IVA rappresenti una percentuale altissima di mancate entrate nelle casse dello Stato, la prima voce rimane l’Irpef dei lavoratori autonomi, che ammonta a circa 30 miliardi di euro all’anno.
Sia l’Ires che i contributi a carico del datore di lavoro si attestano a circa 8 miliardi di evasione ciascuna, e a seguire ci sono le tasse sulla casa (5 miliardi), l’Irap (4,7 miliardi) e l’Irpef dei dipendenti (4 miliardi). La notizia negativa è che questi dati sono ancora parecchio preoccupanti, quella positiva è che abbiamo già raggiunto la riduzione dell’evasione fiscale del 15% richiesta dal Pnrr. Probabilmente il motivo è che il margine di miglioramento è talmente ampio, che sarebbe stato difficile non farlo. Speriamo che con questa nuova proposta, le cose vadano meglio, e che l’evasione si abbassi ancora.