Le maree di Venezia possono avere ripercussioni anche sotto il profilo finanziario. A dirlo è l’agenzia Moody’s, che spiega come l’aumento della frequenza delle alte maree, con inondazioni sempre più gravi, rischia di avere risvolti economici preoccupanti. Le risposte a questa minaccia, e quindi anche l’entrata in funzione del Mose, “saranno fondamentali per mantenere la qualità del credito” a lungo termine del capoluogo veneto che oggi ha un rating Ba1 con outlook stabile.
“Finora le inondazioni a Venezia hanno avuto sul profilo finanziario della città, effetti economici e fiscali limitati anche grazie ai fondi del governo centrale per compensare perdite e costi – afferma l’analista Massimo Visconti, spiegando che tuttavia – un aumento delle inondazioni ha una vasta gamma di implicazioni creditizie negative per la città con un impatto a lungo termine sulla qualità del credito”.
La frequenza e la gravità degli eventi alluvionali estremi a Venezia è aumentata del 200% negli ultimi 50 anni, ricorda ancora Moody’s, segnalando i maggiori costi di manutenzione, riparazioni e per le infrastrutture, nonché danni al turismo, alla produzione e ad altre arrività economiche. “Entro il 2040 – conclude l’agenzia – l’aumento del livello del mare interesserà in modo significativo la città di Venezia, dove – senza misure preventive a breve termine – i danni a siti come Santa Croce e Giudecca potrebbero essere permanenti”.