I risparmi derivanti da minori oneri finanziari sui mutui contratti per la realizzazione del sistema Mose di Venezia, pari a 538,42 milioni di euro, saranno destinati al completamento e alla messa in esercizio dell’opera, a interventi paesaggistici e ambientali e alle attività di manutenzione. Lo ha deciso, infine, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), su proposta del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, riprogrammando le risorse.
I risparmi riguardano gli interessi sui mutui contratti dal Consorzio Venezia Nuova con la Banca europea per gli investimenti (Bei) e con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Il provvedimento sarà efficace appena registrato dalla Corte dei Conti.
“Finalmente sono stati sbloccati questi fondi, spero che questo darà nuovo impulso per riprendere I lavori, perché è questa la cosa che ci preoccupa di più oggi”.
Così il provveditore alle opere pubbliche per il Veneto, Cinzia Zincone, commenta alla ‘Dire’ lo sblocco dei 538 milioni per il completamento del Mose da parte del Cipess. “Sono soldi non destinati al pagamento dei debiti con le imprese ma ai lavori”, precisa Zincone, “ma chiaramente danno una prospettiva per risolvere le problematiche su cui il ragionamento era sospeso fino allo sblocco di questi fondi… Adesso cominciamo a ragionare”.
E un ragionamento andrà fatto per quanto riguarda il saldo dei debiti pregressi con le imprese, che sottolineano di essere a corto di liquidità e di non poter quindi riprendere i lavori solo sulla base di pagamenti futuri, e chiedono al provveditorato di sostenere l’idea del prestito ponte. E annunciano che non rinunceranno ai loro crediti, pari a 26 milioni di euro, esprimendo in una nota “contrarietà e rammarico” nei confronti della proposta ricevuta in questo senso da Comar, la società del Consorzio Venezia Nuova committente dell’opera. La proposta è stata ufficialmente prospettata in questi giorni dal Commissario Liquidatore di Comar e del Cvn, Massimo Miani.
“Io sono disponibile per tutto ciò che può favorire la ripresa dei cantieri”, assicura Zincone ricordando che “oggi c’è un’udienza sul 182 bis (la ristrutturazione del debito del Cvn) e abbiamo convenuto di chiedere un breve rinvio per poter portare a questo punto una soluzione strutturata”. Perché, come le imprese, “anche noi non siamo d’accordo, nel senso che si può fare meglio… Dobbiamo tendere a far meglio di come pare possibile adesso, ma non è una cosa automatica. Abbiamo delle idee in corso ma sono io per prima che ho sospeso ogni passo avanti finché non fosse stata risolto questo primo passo, perché bisogna essere certi di dove stiamo andando, di poter contare su delle risorse”, conclude Zincone.