Con le paratoie del Mose alzate, il porto di Venezia resta di fatto chiuso, con evidenti disagi per tutta la navigazione della zona. Un problema questo che non si può più rimandare e adesso si cerca un dialogo tra provveditorato, armatori e compagnie per fare il punto della situazione e cercare soluzioni valide.
L’ordinanza della capitaneria che impone il blocco del traffico marittimo quando il Mose è in funzione rallenta il normale lavoro del porto con diversi mezzi che hanno dovuto ritardare l’uscita o l’entrata in laguna e con l’inizio della stagione dell’acqua alta è difficile prevedere se il traffico portuale potrà essere ancora a lungo “succube” delle alzate del Mose.
Per quanto riguarda l’attività del porto, l’Autorità portuale aveva depositato una proposta in Commissione Trasporti del Senato e al Comitatone 2019 a Palazzo Chigi, per insediare in laguna una centrale operativa, simile a quelle in funzione in alcuni porti del Nord Europa che, a fronte delle informazioni ricevute dalla sala del Mose, possa gestire e programmare in tempo reale il traffico, coordinando le comunicazioni con tutti gli operatori portuali.
Inoltre si pensa ad una nuova conca di navigazione, un corridoio fatto apposta per lasciare transitare le navi a laguna chiusa e sulla questione è tornato a parlare il commissario del porto, Pino Musolino: “In questo momento il sistema Mose a Venezia funziona, la città resta all’asciutto, ma la denuncia riguardante la conca di navigazione disallineata risale a 15 anni fa. Il suo mancato funzionamento comporta la non transitabilità di navi più lunghe di 280 metri al massimo, quando abbiamo bisogno in realtà di farne passare anche di 330 metri. In un quindicennio l’infrastruttura si sarebbe potuta cambiare in itinere. Stiamo lavorando con il provveditorato, le compagnie, gli armatori, gli agenti e la capitaneria di porto – e continua -. I tempi c’erano per evitare che questo problema diventasse emergenza. Gli attori hanno bisogno di risposte subito per non avere una perdita di valore e sfiducia nel sistema“.
Il timore è che in caso di un mancato adeguamento della conca e dei sistemi di navigazione anche con il Mose in funzione, il porto di Venezia venga abbandonato a favore di altre soluzioni più convenienti.
L.M.