Il Procuratore della Corte dei Conti, Paolo Evangelista, ai microfoni di TGR Veneto, parla per la prima volta dell’inchiesta che ha aperto sul Mose. L’ipotesi è di danno erariale, dopo la conferma di importanti fenomeni di corrosione e altre criticità, anche strutturali, emersi dopo le perlustrazioni dello scorso aprile della Guardia di Finanza.
Evangelista spiega che: “Non si possono sprecare soldi pubblici”, soprattutto considerando che l’opera è già costata 6 miliardi, ma non è ancora conclusa. E qui si apre un altro problema, quello dei lavoratori che da mesi non ricevono un soldo e hanno lanciato un ultimatum.
Lo hanno detto in assemblea le 260 maestranze Cvn, Thetis e Comar che chiedono un tavolo con i commissari Miani e Spitz e con il provveditore Zincone per seguire e monitorare tutti i lavori di completamento del Modulo sperimentale elettromeccanico.
E poi un incontro con i ministeri competenti sul Mose per capire se il nuovo governo confermerà l’Autorità per la laguna, come e quando sarà formata e se comprenderà la società in house e quindi quale sarà il futuro occupazionale dei circa 260 dipendenti delle tre società.
Infine, la richiesta è per un equo trattamento economico per tutti i dipendenti delle tre aziende in merito a puntualità di pagamento degli stipendi e regolamentazione dei turni per i lavoratori delle squadre per il sollevamento delle paratoie.
Se non verranno accolte queste istanze i lavoratori sono pronti all’agitazione anche durante il G20, in programma dall’8 all’11 luglio a Venezia. “È nata – esordiscono le categorie Cgil, Cisl e Uil dei chimici, edili e metalmeccanici di Venezia – una forte unità di intenti e solidarietà tra lavoratori e lavoratrici, che hanno avuto fin troppa pazienza a garantire in una situazione di estrema incertezza la continuità dei lavori e il funzionamento dell’opera. Dall’assemblea, con l’approvazione di tutti i partecipanti, è partito un messaggio chiaro. In mancanza di risposte alle richieste avanzate, si andrà verso lo stato di agitazione”.