Il Mose non dev’essere nato sotto una buona stella e, così anche ieri per l’ennesima volta si è venuta a creare una controversia tra il Consorzio Venezia Nuova e il Provveditorato.
Il motivo del contendere questa volta riguarda il conto di 15 milioni di euro, presentato dal Consorzio per i sollevamenti del Mose, effettuati nell’autunno-inverno 2020/2021 e per quelli previsti da qui all’estate. Il Provveditorato ha rinviato tutto al mittente, chiedendo delucidazioni su alcune voci, poco chiare.
La prima cosa che non torna riguarda i 24 sollevamenti contabilizzati, a fronte dei 19, realmente effettuati, anche in considerazione del fatto che ci stiamo avviando verso la primavera e che la stagione dell’acqua alta è ormai alle spalle e che quindi rende incomprensibile al Provveditorato l’anticipo di un pagamento per un evento che potrebbe anche non verificarsi.
Così il comitato tecnico riunitosi ieri ha chiesto al Consorzio degli approfondimenti su varie voci, ma anche di rifare i conti, in primis quelli relativi ai 6 milioni di “spese una tantum”, tra le quali figurano il noleggio di un container all’Arsenale e di altri 24 alle bocche di porto, utilizzati come zona operativa e dormitorio dalle squadre per i sollevamenti.
Inoltre il costo totale delle alzate del Mose ammonterebbe a sette milioni di euro, pari a circa 290mila euro per ogni levata delle barriere, che il Provveditorato contesta come molto lontani dagli ipotizzati 150/170mila iniziali.
Ma ciò che ha scandalizzato è stato il costo di 92 euro all’ora messo a computo per “le professionalità senior e gli addetti alla sala operativa”. Inoltre il comitato vuole anche verificare che le diverse prestazioni di ingegneri e maestranze in sala operativa, non siano state contabilizzate in altre attività, per le quali sia già stato concordato un rimborso con il Provveditorato.
È stato anche chiesto di scorporare le varie voci di costo, per poter individuare esattamente, voce per voce, le spese sostanziali per ogni sollevamento, in modo tale da poter programmare l’impegno finanziario futuro e conoscere il reale costo della gestione del Mose al netto della manutenzione.
Decisamente bocciata poi la spesa avanzata dal Consorzio per il servizio di vigilanza nei cantieri, mai richiesta né tantomeno autorizzata da Provveditorato o Prefettura e per la quale dovrà farsene carico il CVN.
Entro il 31 dicembre 2021 l’opera dovrebbe essere completata, ma ormai sono in molti a dubitarne, anche in considerazione del fatto che né da parte del liquidatore Massimo Miani, né dal commissario straordinario Elisabetta Spitz sono ancora stati presentati i cronoprogrammi per i lavori.