La misura è colma: sindacati hanno indetto 4 ore di sciopero alla prima prova di sollevamento del Mose, in vista della stagione dell’alta marea. “I Lavoratori sono senza stipendio, alcuni da luglio, e anticipano diverse spese. Non c’è ancora alcuna traccia dell’Autorità istituita l’anno scorso. Nessuna prospettiva. Questo è un segnale forte per la città”, dicono i segretari generali Cgil Ugo Agiollo, Cisl Paolo Bizzotto e Uil Igor Bonatesta.
È la prima astensione unitaria, “il fronte dei lavoratori si è compattato – affermano i segretari – davanti al mancato pagamento degli stipendi di luglio e agosto, per i lavoratori Comar, in parte di luglio e agosto per la società Thetis, e la mensilità di agosto per Cvn (i dipendenti del Consorzio Venezia Nuova). Diversi sono i lavoratori già in cassa integrazione dopo il concordato arrivato qualche mese fa per Cvn e il commissariamento. Per alcuni non si tratta neanche della Cig, bensì del Fis (Fondo integrativo salariale), visto che l’inquadramento è simile a quello dei lavoratori del commercio”.
“Lo Stato che commissaria se stesso, siamo ormai a questi livelli, e non c’è la minima prospettiva riguardo alla costituzione dell’Autorità per la laguna che, in base al decreto di agosto 2020 del governo Conte, avrebbe gestito il Mose e tutto il sistema lagunare. Se non è più così, se questa Autorità è destinata a non vedere la luce, il ministero delle Infrastrutture dovrà venire a comunicarcelo, attraverso il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, o attraverso quello per le Infrastrutture, Enrico Giovannini. Per noi non cambia. Ma devono mostrarci le carte”, insistono i sindacati.
I sindacati con questo sciopero sperano di alzare l’attenzione sulla loro situazione: “Non blocchiamo un’alzata prevista per alta marea, ma le prove di funzionamento. Perché da un anno attendiamo risposte per il futuro della laguna e per quello dei 260 lavoratori Comar, Thetis e Cvn diretti, più altri 4-500 dell’indotto, che dovevano essere assorbiti in parte dall’Autorità (100 operatori) e in parte in una società in house e che oggi si trovano senza stipendio e senza prospettive”.
“Riteniamo che le nomine dei commissari e la mancanza di prospettive future abbiano la necessità di riposte univoche. I lavoratori sono per la conclusione dei lavori del Mose e perché l’Autorità stabilita per decreto veda la luce” per questo i sindacati chiedono un immediato confronto al tavolo permanente in Prefettura, alla presenza del commissario del Mose Elisabetta Spitz, del Provveditorato, del commissario liquidatore Massimo Miani, del prefetto Vittorio Zappalorto, delle organizzazioni del lavoro, della Regione e del Comune.
“Ci era stato assicurato un anno fa che c’erano i soldi per completare il Mose, ma ad oggi i lavori del Mose sono fermi e il contenzioso tra Cvn e piccole aziende non è risolto – commenta Agiollo -. Sono sospese anche le questioni sulla salvaguardia della laguna. La situazione sta precipitando”.