Il Mose si sta rivelando un immenso buco nero e lo sa bene il Consorzio Venezia Nuova travolta dall’ondata di debiti che rischia di schiacciare le varie imprese che hanno realizzato l’opera. I numeri, drammatici, li dà il liquidatore del CVN, Massimo Miani: al 31 dicembre scorso, per colmare tutti i debiti, il Consorzio avrebbe avuto bisogno di 201 milioni di euro e, ancora peggio, la perdita d’esercizio era di quasi 149 milioni.
Miani ha deciso quindi di portare in tribunale un accordo di ristrutturazione del debito, anche per fermare l’impressionante numero di decreti ingiuntivi e pignoramenti che stavano iniziando ad arrivare. Per capire la situazione del CVN basta leggere tutti i documenti della procedura, che Miani ha fatto pubblicare sul sito ufficiale.
Ci sono le tabelle che fanno parte del bilancio consuntivo 2020 e le prospettive sono nere. Proprio nei giorni scorsi Miani aveva scritto una lettera a tutti i consorziati – sia alle grandi imprese ormai “dormienti” come Mantovani, Grandi Lavori Fincosit e Condotte (tutte sottoposte a procedure concorsuali), che alle “piccole” che stanno lavorando – chiedendo di coprire il buco di bilancio accumulato dal 2014 al 2019, per un totale di 58 milioni. Cifre che ovviamente non hanno.
Anzi sono proprio le imprese a lamentare di avanzare oltre 20 milioni di euro di lavori e progetti già eseguiti. Ma anche su questo Miani è stato chiaro: ha fatto scrivere una lettera dall’avvocato Stefano Ambrosini, in cui propone di pagare il 30% dei crediti ai consorziati e ai collaudatori e il 40% alle imprese che hanno vinto gli appalti.
Ma c’è di più, su CVN pendono 4 maxicause che valgono complessivamente 550 milioni di euro. Il creditore principale è proprio lo Stato, in particolare il Provveditorato alle opere pubbliche che è il committente del Mose. Palazzo dei Dieci Savi avanza 145 milioni di euro, 117 dei quali riguardano anticipi per sistemare lavori fatti male o carenze progettuali: soldi che il Cvn potrebbe recuperare facendo causa alle imprese, ma con la quasi certezza di recuperare poco o nulla.
Poi ci sono 15 milioni dovuti al fisco, 6 alla Corte dei Conti, 44 milioni ai consorziati e 45 agli altri. E non si sa come e da dove tirarli fuori. Proprio per questo oggi è previsto un doppio vertice: Miani, il commissario del Mose Elisabetta Spitz e il provveditore Cinzia Zincone prima incontreranno il sindaco Luigi Brugnaro e il ministro Renato Brunetta – sempre attento alle questioni veneziane -, poi saranno dal prefetto Vittorio Zappalorto, con i rappresentanti delle imprese, per cercare di fare il punto della situazione.