Ad oggi, tra le imprese che hanno lavorato alla realizzazione del Mose e che teoricamente dovrebbero riprendere i cantieri per terminarlo, “ce ne sono già almeno una decina che non riescono più a pagare gli stipendi ai lavoratori”. Lo spiega alla ‘Dire’ Mirko Pizzolato, direttore di Legacoop Veneto. “Alcuni rapporti a tempo determinato sono stati chiusi, alcuni lavoratori sono stati dirottati temporaneamente su altri cantieri, in ogni caso si sta facendo largo uso di ammortizzatori sociali“, prosegue Pizzolato, che chiarisce: “La crisi Covid paradossalmente ha aiutato perché le misure prese a livello di bilancio ci hanno permesso di dilazionare un po’, ma a fine anno i nodi vengono al pettine, o la situazione si sblocca o portiamo un po’ di libri in tribunale”.
E la situazione a cui fa riferimento Pizzolato è il pagamento dei lavori pregressi del Mose, ancora bloccato per la procedura di concordato del Consorzio Venezia Nuova, su cui al momento manca un accordo. Il commissario per la liquidazione del Cvn Massimo Miani “ci ha assicurato che i servizi, quindi guardiani, pulizie, eventuali alzate delle paratie, rientrano nel post concordato e quindi sono nella continuità e verranno pagati regolarmente… Va bene, meglio di un pugno in un occhio. Ma non è il massimo della vita, resta il grosso buco pregresso”, afferma Pizzolato. Le imprese sono disponibili a riprendere i lavori per completare il Mose, ma “va sbloccata liquidità e bisogna garantire che i pagamenti delle opere siano regolari”. Perché “noi non abbiamo cassa, domani mattina un nuovo cantiere non lo riusciamo ad aprire”.
In base alle rassicurazioni ricevute, “entro fine settembre dovevano avere la quadra… adesso dicono entro metà ottobre. Ma le prossime alzate sono tra un mese, un mese e mezzo, forse prima. E senza un accordo non riusciremo a garantirle. Quindi secondo me siamo a fine corsa per loro”, conclude il direttore Legacoop Veneto.
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