Mose: l’opera deve essere ancora terminata, ma è già sommersa dai debiti

Il commissario liquidatore, il commercialista veneziano Massimo Miani, impegnato in un complesso piano di ristrutturazione del debito, non nasconde che il rischio concreto per il Consorzio, gravato da debiti e senza soldi in cassa, è il fallimento, che di fatto lascerebbe i cantieri già fermi, bloccati chissà per quanto. Intanto è polemica anche sui compensi dell’ingegnere Francesco Ossola, uno degli amministratori straordinari nominati per iniziativa dell’Autorità anticorruzione dopo lo scandalo delle tangenti del 2014: ora è consulente del Commissario sblocca-cantieri, voluto da Elisabetta Spitz, e può guadagnare fino a un massimo di 150 mila euro all’anno.

E quindi, diciotto anni esatti dopo l’apertura dei cantieri, si ‘scopre’ che l’esborso totale dello Stato per il Sistema Mose non sarà di 5 miliardi 493 milioni di euro, come indicato dal prezzo bloccato alcuni anni fa, per il semplice motivo che il Consorzio Venezia Nuova ne ha già ricevuto oltre 7 miliardi. A tanto assommano gli acconti pagati dal Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto (e l’ex Magistrato alle Acque) per gli stati di avanzamento, sulla base delle fatture emesse.