I cantieri del Mose rischiano lo stop per i mancati pagamenti alle imprese, gli impianti non sono finiti, come pure le conche di navigazione e i progetti per la protezione della Basilica hanno subito l’ennesimo arresto. In tutto questo l’ingegner Francesco Ossola resta a galla, anche se con un incarico ridimensionato: adesso sarà consulente per la sicurezza del lavoro.
Farà quindi parte dello staff del commissario straordinario per la realizzazione del Mose. Elisabetta Spitz, che ha a disposizione una dotazione finanziaria di un milione conferito per decreto per far funzionare la struttura. Nelle settimane scorse ricorderete che la Spitz aveva chiesto al neocommissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova, Massimo Miani, di affidarle una consulenza a 360 gradi per gestire tutti i lavori più importanti della grande opera, ma il commissario per tutta risposta ha continuato a rescindere i vari contratti di consulenza in essere.
E quindi ecco che è stato trovato un modo per far rimanere il prof. Ossola nell’orbita del Mose, in carica dal 2015 in qualità di amministratore straordinario del Consorzio al fianco dell’avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo, nominato dalla Prefettura di Roma per far luce dopo la bufera giudiziaria che aveva investito il Consorzio. Ma se Fiengo si è dimesso (per due volte) in concomitanza con la nomina del commissario liquidatore, ritenendo assolto il mandato, Ossola è rimasto al suo posto.
Una decisione accolta con rabbia anche dai sindacati, che avrebbero preferito la valorizzazione di risorse interne alla struttura. Insomma citando il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Detto fatto.
L.M.
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