Si è conclusa ieri sera la 77ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, con l’assegnazione del Leone d’oro, da parte di Cate Blanchett, che presiedeva la Giuria, al film americano “Nomadland” della regista Chloé Zhao, interpretato da un’intensa Frances McDormand, che narra le vicende di tutte quelle persone che per scelta o necessità si trovano a vivere da nomadi, viaggiando con camper lungo strade e confini.
La Coppa Volpi è andata a Pier Francesco Favino, protagonista e co-produttore del film “Padrenostro” di Claudio Noce, che racconta la storia familiare, in parte autobiografica, del regista, dopo l’attentato subito dal padre, da parte di un gruppo terroristico, negli anni Settanta.
Vera rivelazione per la sezione Orizzonti, è stato Pietro Castellitto, figlio d’arte, per la miglior sceneggiatura de “I Predatori”.
Gran Premio della Giuria a “Nuovo Ordine” di Michel Franco;
Premio per la Miglior Attrice a Vanessa Kirby per “Pezzi di una donna”;
Premio per la Miglior Regia a Kiyoshi Kurosawa per “La moglie della spia”
Premio Speciale ad Andrej Konchalovsky per “Cari compagni”
Inutile nascondere la delusione dell’Italia, che al di là del film di Favino, è uscita un po’ malconcia, pur avendo in concorso altri tre film di pregio, “Notturno” di GianFranco Rosi; “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli e “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante, molto apprezzati dal pubblico, ma rimasti a mani vuote.
È stata un’edizione importante perché ha fatto vedere al mondo che si può e si deve ripartire, tornando a fare cinema e cultura e a riempire le sale cinematografiche. Importante anche per la forte presenza femminile e perché comunque tutto si è svolto nel rispetto delle regole di distanziamento e anti-assembramento.
Solo la Giuria non è stata considerata all’altezza della situazione: si è così riaccesa la vecchia polemica, tra chi vuole privilegiare a tutti i costi il glamour e chi pretende più competenza.