Tre persone sono state fermate e condotte in Questura per l’identificazione e per ricostruire una serata di follia. Che, purtroppo, coincide con il primo fine settimana dopo le riaperture in «zona gialla»; un grave danno per gli esercenti che da tempo chiedono maggiori spazi e il prolungamento del coprifuoco.
I fatti risalgono a venerdì 30 aprile e secondo le forze dell’ordine le abbondanti bevute sarebbero alla base della rissa. Tutto il resto sarà da accertare dopo aver sentito i testimoni. Piazza Erbe era, come da protocollo, vigilata dalle pattuglie «anti-assembramento». I disordini sono scoppiati all’improvviso, secondo le prime informazioni, “senza un motivo specifico”, costringendo all’intervento le pattuglie in servizio.
“La rissa in piazza Erbe? Non è un episodio isolato, ricordiamo quella altrettanto clamorosa della scorsa estate, ma più in generale a Verona c’è un evidente problema di sicurezza, in centro storico come nei quartieri, basta solamente leggersi i giornali degli ultimi mesi tra episodi di aggressioni a baristi e rider, continui furti negli appartamenti nei quartieri, in particolare borgo Roma e borgo Trento, e questo fenomeno delle baby gang che sappiamo essere esploso”. A dirlo Flavio Tosi, che spiega “da parte dell’Amministrazione comunale e del Sindaco manca palesemente la capacità di prevenzione e di controllo del territorio”.
In questo anno di Covid è cresciuto il disagio giovanile, con i ragazzi che, privati di tutte le occasioni di socialità, hanno sviluppato comportamenti spesso aggressivi. La colpa di chi sarebbe? Del sindaco che potrebbe controllare meglio la città o delle diverse istituzioni che non sono in grado di dare risposte? Forse tutte queste cose, di certo, come hanno sollecitato molto psichiatri e psicologi, i bisogni dei giovani (e meno giovani) devono essere ascoltati, per evitare esplosioni di rabbia e che il loro comportamento diventi antisociale.
Lucrezia Melissari