Il vertice della rifondazione si è tenuto in uno dei luoghi simbolo dei pentastellati, l’hotel Forum. Un cambio di piano dell’ultima ora, dopo che le prime indiscrezioni avevano annunciato che l’incontro si sarebbe tenuto nella villa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona, che era stata subito circondata dai cronisti.
All’incontro c’era l’intero gruppo che ha appoggiato Draghi e che adesso richiama in causa Giuseppe Conte. Senza una guida e senza dei valori condivisi, il futuro del M5S dipende anche e soprattutto da lui. E pare sempre più vicina una transizione da Movimento a partito politico. Sulla terrazza del Forum c’erano Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli e Riccardo Fraccaro, Paola Taverna e i capigruppo Davide Crippa e Ettore Licheri.
Grillo si è presentato con un casco da astronauta. Sarà che ora guarda al futuro, addirittura al 2050 e, in un post, traccia la strada della possibile rinascita che passa per la transizione ecologica: “Sono 30 anni che parlo di energia, ambiente, economia. Sono 30 anni che parlo di paradossi, di come un barile di petrolio costi 50 dollari e un barile di coca cola 350 dollari. Per troppo tempo siamo stati prigionieri del nostro sistema basato sulla crescita. Una società sempre più ricca che produce allo stesso tempo sempre più miseria”, scrive Grillo.
“Abbiamo le tecnologie, le idee e lo spirito di comunità che ci ha sempre contraddistinto. Ora, è arrivato il momento di andare lontano”, è la sua esortazione. Il vertice del Forum è durato un paio d’ore. Tra gli altri c’erano anche Rocco Casalino e Andrea Ciannavei, l’uomo che continua ad occuparsi delle varie diatribe legali del M5S. L’ultima risale a qualche giorno fa, quando il Tribunale di Cagliari ha nominato un curatore per il Movimento, poiché privo di rappresentanza legale dopo la modifica dello Statuto.
I vertici stanno cercando di definire il nuovo ruolo del“l’avvocato del popolo”, che chiede rassicurazioni sullo spazio di manovra che avrà per forgiare il Movimento. A quanto pare, come riportano fonti interne al Movimento, sarà lo stesso ex premier ad elaborare il progetto rifondativo dei pentastellati. Un progetto con cui il M5S punta a diventare “centrale nel quadro politico italiano” con una maggiore apertura anche alla società civile.
“Sono anni – scrive ieri sera su Facebook Luigi Di Maio – che ci danno per morti, sbagliando. Il MoVimento 5 Stelle non solo è vivo, il MoVimento è il presente e scriverà il futuro di questo Paese. Oggi è una giornata molto importante, Giuseppe Conte ha raccolto il nostro invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo e di rilancio dell’azione del M5S”.
A vederla da fuori, tutta questa storia sembra l’ammissione di un fallimento, tanto politico quanto ideologico: non trovando nessuno di spessore all’interno del Movimento, i 5s chiamano una persona che prima dice di tornare ad insegnare all’università e poi, lusingato dalle promesse politiche, fa marcia indietro e si risiede al tavolo delle trattative. E così il Movimento rischia di trasformarsi in un contenitore vuoto per le ambizioni di altri.
Cosa ne sarà del Movimento 5 Stelle è presto per dirlo, chissà se terrà il suo nome o se il nuovo corso imporrà dei cambiamenti. Ma soprattutto chissà se alcune scelte che verranno prese da adesso in avanti piaceranno alla base, oppure ci sarà una fuoriuscita verso altri partiti.
Una cosa è certa, i 5s volevano rappresentare il cambiamento e invece hanno dimostrato di essere fin troppo simili a quelli sbeffeggiavano, diventando esempio di quel “trasformismo” che è il tratto distintivo della politica italiana.
Lucrezia Melissari