A Venezia è di nuovo scontro, questa volta sui Musei civici, che per Cgil e Uil devono, “non solo aprire i portoni per far accedere le persone, ma costruire un’offerta culturale e scientifica all’altezza della nostra città, che non può essere congelata. Se il Comune non è in grado di garantire tutto questo, meglio consegnare nelle mani dello Stato la gestione”.
La dichiarazione dopo la volontà manifestata dal sindaco, Luigi Brugnaro, di chiuderli, forse anche per evitare che il Comune si sobbarcasse dei costi che adesso non si può permettere. “Ringraziamo coloro che in questi giorni si sono spesi a difesa dell’attività della Fondazione Musei e contro scelta di chiudere tutto, respinta dall’assemblea dei lavoratori”, hanno detto i segretari Daniele Giordano (Fp Cgil) e Mario Ragno (Uil Fpl).
“Pare inevitabile che si riapra un dibattito sul consiglio di amministrazione della Fondazione – dicono i sindacati -, a Venezia assistiamo a una discussione che non mette al centro il ruolo determinante di una ripresa che passi anche attraverso la cultura, ma che ripropone il tema dell’industria turistica”.
Per i sindacati le considerazioni economiche “reggono molto poco, perché le risorse a patrimonio della Fondazione ci sono, grazie anche agli importanti contributi statali. Vergognoso che non si pensi di utilizzare parte di quelle risorse per mantenere attiva la Fondazione frutto anche del contributo dei lavoratori. Deve essere chiarito dove finiranno i milioni di euro della Fondazione”, hanno concluso, dichiarandosi pronti alla mobilitazione.
Non si sono fatte attendere anche le reazioni dal mondo della politica: “La decisione unilaterale del sindaco apre una frattura, pare, nella maggioranza – ha detto la capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Monica Sambo -. Poco tempo fa, a dicembre, la stessa presidente della Fondazione Musei Civici, Mariacristina Gribaudi, aveva dichiarato la disponibilità e la possibilità di una riapertura immediata – che poi non c’era stata -. La gravità della scelta riguarda anche la decisione di mettere in cassa integrazione tutti i lavoratori, anche quelli della Fondazione, con conseguente interruzione delle attività scientifiche, di conservazione e programmazione, che rispecchia la volontà politica di questa amministrazione, che già durante l’estate aveva adottato una politica di riduzione delle aperture, a differenza di altre città italiane”.
Giorgio Dodi, segretario del Partito Democratico veneziano, sottolinea come sia “sconcertante l’altalena di dichiarazioni della giunta comunale sulla riapertura dei Musei civici. A confermarlo sono le affermazioni del vicesindaco Andrea Tomaello che ha chiesto di tenerli aperti, compatibilmente con le restrizioni sul nostro territorio, almeno nei fine settimana, anche in considerazione delle possibili ricadute sull’indotto. Tutto questo dimostra che la Fondazione, che è un ente autonomo, è stata di fatto commissariata dal sindaco”.
Arriva subito la replica dalla maggioranza: “Nego nella maniera più assoluta che ci sia una frammentazione nella maggioranza. La giunta Brugnaro è più che unita – ha replicato l’assessore al Bilancio Michele Zuin -. Il Pd pensi piuttosto alle fratture che ha al governo. Ho detto che non necessariamente il musei dovranno restare chiusi fino al primo aprile, stiamo seguendo passo dopo passo l’evolversi dell’emergenza Covid e le restrizioni in questi giorni. Lo stesso vicesindaco ha suggerito una riapertura dei Musei nei fine settimana. Aspettiamo un ritorno del turismo”.