La “Assistance Association for Political Prisoners”, associazione birmana che monitora l’andamento delle proteste contro il regime militare, ha annunciato il drammatico raggiungimento di 1000 morti dall’inizio di febbraio.
Le ultime vittime, due manifestanti uccisi il 18 agosto, hanno infatti portato il bilancio a 1001. In questo numero, non sono compresi i morti tra le forze dell’ordine e i militari. E proprio questi ultimi smentiscono i numeri forniti, ridimensionandoli. L’esercito dichiara come le vittime (civili e militari) siano in realtà circa 300.
Da quando i militari, con un colpo di Stato, hanno preso il potere in Myanmar lo scorso febbraio, le proteste non si sono mai placate. E si sono estese anche a tutte le numerose minoranze etniche del Paese, schieratesi in armi contro il nuovo regime instaurato dall’esercito e a sostegno del nuovo Governo di Unità Nazionale; prontamente dichiarato “terrorista” dal regime dei militari.
Federico Kapnist