Una nave da guerra e un cutter, entrambe appartenenti alla Marina statunitense, sono recentemente transitate nello stretto di Taiwan.
La mossa, compiuta in realtà abbastanza periodicamente da parte degli Stati Uniti, ha fatto andare su tutte le furie il governo di Pechino. Il quale, proprio poche settimane fa, in risposta ai continui passaggi di navi da guerra americane, aveva sfoggiato i muscoli con sontuose esercitazioni militari e navali tenutesi proprio vicino all’Isola contesa.
Taiwan, formalmente indipendente, viene però reclamata dalla Cina come parte integrante della Repubblica Popolare. Per Washington, al contrario, essa rappresenta un preziosissimo baluardo per arginare il crescente potere di Pechino nel Mar Cinese orientale e meridionale. Per questo motivo, viene ciclicamente e pesantemente armata da parte degli Stati Uniti. Non ultima, una nuova, maxi-fornitura di armi per Taiwan approvata dal Dipartimento di Stato.
L’incidente delle navi è più un pretesto per continuare ad assicurare il libero passaggio. Le navi, che sono passate formalmente in acque internazionali, non hanno infatti infranto alcuna legge; ma hanno comportato l’inevitabile reazione da parte delle autorità cinesi. Gli Stati Uniti non nascondono il forte interesse per il tratto di Oceano Pacifico sud-occidentale; e c’è da scommettere che per il ritiro dall’Afghanistan, nuove energie saranno convogliate in quest’area dove si giocherà la rivalità sino-americana degli anni a venire.
Federico Kapnist