Le previsioni ISTAT sul sistema pensionistico italiano dicono che nel 2051 andremo in pensione a 70 anni. Ecco lo studio.
In Italia l’età pensionistica slitta sempre più in avanti, e se da un lato può essere comprensibile, dall’altro è anche scoraggiante, soprattutto per i giovani, che vedono la pensione come un obiettivo irrealizzabile. Stando ai dati ISTAT infatti, nel 2051 si andrà in pensione a 70 anni: ecco cosa dice lo studio.
Nel 2051 andremo in pensione a 70 anni
In passato a 70 anni si era praticamente decrepiti, e già superare i 60 anni era un evento eccezionale. Non bisogna andare nemmeno troppo indietro nel tempo per arrivare a quando a 50 anni si era già considerati vecchi. Oggi invece è tutto diverso, e se questo è positivo per molti versi, dal punto di vista lavorativo non lo è affatto. Infatti, a 50 anni si è molto lontani dall’essere vecchi, e davanti a sé si hanno ancora parecchi anni di lavoro da sostenere.
L’età media si è alzata, si riesce a stare in forma e a sopportare le ore lavorative per un tempo più lungo, e la vecchiaia si è spostata verso età molto più in là rispetto a quelle dei nostri nonni. In particolare, uno studio dell’ISTAT dice che nel 2051 si andrà in pensione a 70 anni. Infatti, il governo ha già annunciato un ulteriore slittamento dell’età minima per la pensione, e nei prossimi anni si andrà nella stessa direzione. Questa è una situazione che, più di ogni altro, soffrono i giovani, che vedono la pensione come un obiettivo impossibile da raggiungere.
In Italia abbiamo un problema
Le previsioni dell’ISTAT anticipano un futuro quasi certo, dovuto a diversi fattori. Innanzitutto, la popolazione over 65 sta aumentando di anno in anno, e nel 2050 arriverà al 34,5% del totale. Inoltre, le morti superano le nascite nel nostro Paese, ma stanno diminuendo, sintomo che la popolazione vive più a lungo, e per più tempo avrà bisogno di sostegno. Andando avanti, le famiglie italiane sono sempre più piccole, e sono in aumento quelle formate da una sola persona. Ancora, il rapporto tra la popolazione attiva e quella inattiva è sempre più sbilanciato.
Infatti, già nel 2031 la popolazione attiva potrebbe scendere al 61,5% del totale, arrivando al 54,4% nel 2050, generando ricadute negative sul mercato del lavoro e sul sistema di welfare. Come spiega l’ISTAT, “le ipotesi sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni contemplate nello scenario mediano presagiscono una crescita importante, a legislazione vigente, dell’età al pensionamento. Rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi dal 2031, fino ad arrivare a 69 anni e 6 mesi dal 2051”.