Ieri, nella Giornata Mondiale del Teatro, doveva essere il momento delle riaperture, della ripartenza degli spettacoli e invece è stata una giornata di protesta in tutta Italia. A Venezia una lunga fila di bauli neri ha bloccato l’accesso al centro storico dal ponte della Libertà. Circa 500 lavoratori dello spettacolo, venuti da tutto il Veneto, si sono dati appuntamento per manifestare il disagio per una chiusura forzata che si protrae ormai da un anno.
“Il traffico è stato fermo per un quarto d’ora, noi lo siamo da oltre un anno. Volevamo dimostrare cosa significa essere bloccati – ha spiegato Emanuele Broccardo, organizzatore della manifestazione oltre che macchinista e allestitore museale alla Biennale –. Sono portavoce delle Maestranze Dello Spettacolo per Venezia e siamo qui per chiedere continuità di reddito per i lavoratori intermittenti, che ci siano riconosciuti i contributi per il 2020 e il 2021, ma soprattutto aiuti tempestivi. Serve un tavolo con ministero della Cultura, del Lavoro e rappresentanze sindacali note e autonome”.
Artisti, tenori in smoking, i caschi gialli dei tecnici, macchinisti in divisa, ballerine e sarte: ieri le varie maestranze che popolano il mondo dello spettacolo, sia chi lavora dietro che davanti alle quinte, si sono esibite su un palcoscenico insolito, per chiedere maggiore attenzione ai problemi del settore.
La maggior parte di questi lavoratori è con partita Iva o con contratto a intermittenza, la richiesta è una: se non si può riaprire si trovino soluzioni alternative e sostegni economici rapidi ed adeguati, come chiedono tutti i lavoratori in questo momento di grande difficoltà.
I messaggi di solidarietà arrivano anche tramite i social, come la Fenice che scrive: “Siamo chiusi da anno e avete visto e ascoltato il nostro cuore battere nelle dirette. Ci stiamo preparando a un mondo nuovo e torneremo a vivere, come sempre dopo le guerre, l’acqua, il fuoco”.
Arriva anche il messaggio del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “Dalla nostra città un mess a g g io di sol ida r i e t à a i professionisti dello spettacolo con la speranza di poter tornare ad alzare il sipario”.