Una perdita netta di 3,6 miliardi nel primo semestre, di cui 1,5 miliardi nel secondo trimestre, quando la pandemia di Covid-19 aveva causato il blocco del trasporto aereo globale. Calo del numero di passeggeri del 96% nel periodo da aprile e giugno e previsioni per un risultato negativo anche nella seconda metà dell’anno. Per Carsten Spohr, l’amministratore delegato della Lufthansa configura come “irrealistico” evitare licenziamenti nel piano che prevede 22 mila posti in meno.
“Vista l’evoluzione del trasporto aereo e le negoziazioni con le parti sociali, l’obiettivo di evitare licenziamenti grazie a prepensionamenti, uscite volontarie, aumento dei part-time o riduzione di salari, è diventato irrealistico“, ha spiegato in una nota la società che, riferendo che 8.000 dipendenti hanno già lasciato il gruppo, prevede di tagliare 22.000 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno attraverso un vasto programma di risparmio volto ad aumentare la produttività del 15%.
Gli azionisti della compagnia di bandiera tedesca avevano approvato il 25 giugno il piano di salvataggio negoziato con Berlino e la Commissione europea. Dall’inizio di luglio, il gruppo ha così ottenuto 2,3 miliardi di liquidità: 300 milioni dall’aumento di capitale (a prezzo scontato) dello Stato, un miliardo di prestiti garantiti e un miliardo di fondi pubblici senza diritto di voto.
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