Le previsioni dell’Arpav annunciano una nuova ondata di maltempo su tutto il Veneto, con precipitazioni intense e vento forte dai quadranti meridionali. Il preallarme della Protezione Civile scatterà da oggi alle 14 e si protrarrà fino alla mezzanotte di domenica.
Così a Venezia, il commissario straordinario Elisabetta Spitz, il provveditore Cinzia Zincone e l’ingegner Francesco Ossola, del Consorzio Venezia Nuova, stanno valutando un piano d’emergenza, che preveda la chiusura del Mose per circa 40 ore consecutive.
Ciò che preoccupa sono le previsioni di uno scirocco sferzante, a 30 nodi, per tutto sabato, ma anche lo strano saliscendi dei grafici del Centro maree del comune di Venezia. È ancora tutto provvisorio, ma attualmente sono previsti due picchi a 130 centimetri e senza Mose, Piazza San Marco e la Basilica finirebbero nuovamente sott’acqua.
“Seguiamo con attenzione l’evoluzione delle previsioni, la decisione sarà presa dodici ore prima. Ci stiamo comunque coordinando con la Capitaneria di Porto”, hanno fatto sapere Ossola, Spitz e Zincone.
Il fatto di tenere sollevato il Mose per un tempo così lungo potrebbe creare problemi all’attività del porto, visto che sabato è programmato il passaggio di alcune navi, ma se il vento sarà forte come sembra, potrebbe essere interdetta anche la navigazione, con la chiusura del Porto.
Al momento non è prevista una replica dell’esperimento di mercoledì scorso, quando si era deciso di lasciare parzialmente aperta la bocca di Malamocco, per misurarne l’effetto sull’acqua alta e con l’obiettivo di valutare se attraverso quel varco, in determinate condizioni, riuscissero a passare le grandi navi porta-container.
L’esperimento ha sollevato molte critiche da parte di chi paventa l’erosione della laguna, per l’aumento dell’intensità della corrente, ma Zincone e Ossola si sono affrettati a rassicurare tutti, sostenendo che la cosa sarà tenuta sotto stretta osservazione e che i correntometri non hanno rilevato nulla di allarmante.
Non è dello stesso parere Andreina Zitelli, redattrice dell’analisi Via del 1998, che sostiene che “non si stiano facendo sperimentazioni, ma prove empiriche senza strategia” e che una chiusura del Mose così lunga e protratta potrebbe togliere ossigeno alla Laguna.