L’opposizione alla nuova Pediatria di Padova supera i confini regionali e perfino quelli nazionali. In una lettera aperta diffusa ieri da un gruppo di 21 architetti, urbanisti e intellettuali stranieri (tra i quali Albert Levy, Jacques Fontanille, Christine Nedelec, Bernard Landau, Panos Mantziaras, Pierre Larochelle e Josep Muntanola Thornberg), intitolata Il centro storico di Padova è minacciato viene contestato il progetto della nuova Pediatria nell’area del Giustinianeo che “sfigurerebbe il già fragile tessuto urbano della città, il cui valore patrimoniale è incommensurabile”.
Più di due mesi fa, il neodirettore generale dell’azienda Ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, aveva garantito che il bando di gara per l’affidamento dei lavori della nuova Pediatria (da realizzare nell’ala est del polo medico sanitario di via Giustiniani, al posto della vecchia Pneumologia) sarebbe stato pubblicato “entro fine aprile”. Ma per il momento non se n’è fatto ancora nulla.
“Un mostro di cemento alto 40 metri e lungo 95, ossia più o meno le stesse dimensioni del Palazzo della Ragione”, dicono l’architetto Vittorio Spigai e l’ex deputata dei Ds, Luisa Calimani, che a dicembre scorso (insieme ad altri cittadini), ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, hanno presentato un esposto in procura contro l’iter amministrativo che, otto mesi fa, ha portato alla ratifica del progetto definitivo dell’opera.

Rendering Pediatria
“Siamo da sempre appassionati del grande e bellissimo centro storico di Padova – scrivono Levy e altri nel loro appello – e abbiamo saputo, con apprensione e costernazione, dell’intento di costruire un ospedale pediatrico nel cuore della città. Un monoblocco di 100 mila metri cubi, la cui collocazione, a ridosso delle mura cinquecentesche, danneggerebbe gravemente l’armonia del magnifico paesaggio urbano di Padova a cui siamo molto legati e che, finora, è stato salvaguardato dall’azione di alcune associazioni culturali del territorio”.
“Questo progetto – aggiunge il gruppo di firmatari – sfigurerebbe il già fragile tessuto urbano della città, il cui valore patrimoniale è incommensurabile. Tanto più in un periodo in cui il ciclo di affreschi trecenteschi della Padova Urbs Picta è candidato a diventare un sito Unesco. E quindi, per tutte queste ragioni, chiediamo di spostare l’opera in un’area più adatta come quella di Padova Est, dove è già prevista la realizzazione di un grande polo ospedaliero”.
L’architetto Spigai, che ha tenuto i contatti con i colleghi stranieri, e aveva già scritto delle lettere al ministro della Cultura, Dario Franceschini, al soprintendente Fabrizio Magani, al presidente della Regione, Luca Zaia, al rettore dell’università, Rosario Rizzuto e non per ultimo al sindaco Sergio Giordani, lamenta il silenzio delle istituzioni.
“L’edificio a blocco, d’impatto visivo devastante, dovrebbe sorgere all’interno del centro storico, a pochi metri dalla cinta muraria del ‘500 e del baluardo Cornaro del Sanmicheli. In rapporto visivo diretto con le cupole del Santo, distruggerà l’immagine di tutto il settore est del centro antico – si legge nella lettera -. Il progetto esecutivo, tale e quale, può essere immediatamente trasferito nel vasto comprensorio – già urbanizzato – del Nuovo Polo ospedaliero a Est della città – insistono i firmatari -, senza oneri maggiori né perdite di tempo.