Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ed il suo omologo iraniano, Javad Zarif, hanno siglato nello scorso fine settimana un accordo di partenariato della durata di 25 anni; che legherà in modo ancora più profondo i due Paesi asiatici
La notizia riveste una profonda valenza geopolitica; in quanto coinvolge due dei tre grandi nemici strategici (l‘altro è ovviamente la Russia) degli Stati Uniti. E proprio la rivalità esercitata continuamente da Washington nei confronti di Teheran, ha spinto gli iraniani a dover abbracciare ancora più forte il gigante cinese; affamato del prezioso petrolio iraniano di cui ha bisogno per sostenere la sua economia.
Lo stralcio dell’accordo sul nucleare voluto a suo tempo da Barack Obama, insieme al ripristino delle sanzioni e l’embargo, hanno avuto un effetto devastante sull’economia del paese persiano. Spingendolo a ricercare altri mercati con cui uscire dalla crisi in cui versa oramai da anni. La Cina, già storico partner commerciale di Teheran, non si è fatta trovare impreparata.
L’accordo prevederà, a fronte di massicce importazioni di energia, importanti investimenti da parte di Pechino nel Paese degli ayatollah sotto forma di investimenti nel settore delle infrastrutture. Lo scopo sarà di raggiungere un valore d’interscambio di oltre 400 miliardi di dollari.
Proprio in merito al biglietto verde, un altro degli scopi che si legge tra le righe dell’accordo, è quello di affrancarsi dal suo utilizzo. Privilegiando altre valute per i diversi ambiti commerciali che si toccheranno.
L’Asia che conta cerca di liberarsi il più possibile dalla longa manus americana. E per ironia della sorte, sono proprio gli Stati Uniti a contribuire a questo inesorabile processo con la loro politica estera.
Federico Kapnist