“A nome dell’amministrazione comunale di Vicenza – dichiara l’assessore alla politiche sociali del Comune di Vicenza Matteo Tosetto – esprimo solidarietà nei confronti delle famiglie delle donne vittime di femminicidio a Noventa Vicentina e a Montecchio Maggiore. Questi drammatici episodi sono una conferma di quello che stiamo riscontrando da oltre un anno a questa parte anche a causa del Covid: la convivenza forzata e prolungata ha comportato un deciso aumento delle prese in carico da parte dei servizi sociali comunali di donne vittime di violenze domestiche“.
“L’attenzione da parte nostra è sempre stata massima e stiamo lavorando per individuare all’interno del bilancio comunale ulteriori fondi per creare una nuova e più ampia sede del Centro Antiviolenza (CeAv), adesso operante in stradella dei Cappuccini 67, che ci consenta di fronteggiare con ancor maggiore forza l’aumento importante delle segnalazioni e dei casi di violenza. Sottolineo il costante lavoro svolto da operatrici professionalmente preparate dell’associazione ‘Donna chiama Donna’, a cui è affidata la gestione del centro, e la convenzione che vede il Comune di Vicenza come capofila, sottoscritta lo scorso dicembre da tutti i Comuni dell’Aulss 8 berica per il funzionamento del Centro Antiviolenza”.
In segno di lutto per i femminicidi di Noventa Vicentina e Montecchio Maggiore il Comune di Vicenza oggi espone le bandiere a mezz’asta.
“Insieme alla ferma condanna contro ogni forma di violenza, questo segno rappresenta il nostro impegno a promuovere concretamente la cultura del rispetto”, dichiara il sindaco e presidente della Provincia Francesco Rucco che ha invitato tutti gli amministratori del territorio a fare squadra con la comunità per mettere all’angolo i violenti.
“Siamo di fronte a una sequela di tragedie orrende con l’unico comun denominatore della violenza sulle donne, con conseguenze umane e sociali drammatiche anche per le famiglie e in particolare per i bambini, che spesso ne vengono coinvolti, come nell’ultimo caso accaduto nel vicentino. Dobbiamo fare di più, anche nel Veneto dove, per fortuna, possiamo contare su una rete articolata di Centri Antiviolenza (sono 26), di Sportelli di Ascolto e di Case Rifugio (27)”.
Con questa premessa, l’Assessore alla sanità e sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, ha convocato per lunedì prossimo 20 settembre alle ore 14 il nuovo “Tavolo di Coordinamento Regionale per la Prevenzione e il Contrasto alla Violenza Contro le Donne” che ha all’ordine del Giorno il passaggio dell’insediamento e il confronto per la costruzione di una proposta operativa finalizzata ad interventi di prevenzione primaria e secondaria.
“Mi aspetto un confronto a tutto campo e risultati improntati alla concretezza – dice l’Assessore – e per questo non è un caso che al termine della riunione del Tavolo, presenti i suoi componenti, si aprirà un momento di confronto con tutti i soggetti promotori e gestori dei Centri Antiviolenza, degli Sportelli di Ascolto e delle Case Rifugio, nonché dei Centri per autori di violenza”.
Attualmente la rete del Veneto vede in attività 26 Centri Antiviolenza e 27 Case Rifugio.