Entro il 2025 Padova potrebbe avere un nuovo inceneritore di ultima generazione: un investimento da 100 milioni di euro e 300 tonnellate di rifiuti trattati ogni giorno. Sono questi i numeri del progetto presentato qualche giorno fa da Hestambiente, società del Gruppo Hera, che ha recentemente depositato in Regione la richiesta di autorizzazione l’ammodernamento del termovalorizzatore di San Lazzaro attraverso la dismissione delle linee di trattamento 1 e 2 e la contestuale costruzione di una nuova e moderna linea in sostituzione.
A spiegare la necessità dell’intervento è stato l’Ad della società, Paolo Cecchin: “Nelle scorse settimane, la domanda più frequente che ci è stata posta è stata sull’effettiva necessità di una nuova linea a fronte di un aumento costante della raccolta differenziata. A rispondere sono i numeri. Nonostante il Veneto sia virtuoso sul fronte della differenziazione, ancora oggi nella nostra regione i rifiuti urbani destinati ogni anno in discarica superano i volumi trattati con la termovalorizzazione. I primi si attestano a quota 600mila tonnellate e i secondi non superano i 240mila. Di conseguenza, se vogliamo depotenziare le discariche, per il momento la strada è questa”.
Sui particolari tecnici è intervenuto l’ingegnere Davide Corrente che, assieme ad un team di 15 professionisti, ha realizzato il progetto definitivo: “La nuova linea opererà in parallelo alla linea 3 e sarà alimentata con rifiuti solidi non pericolosi e con rifiuti liquidi non pericolosi, avrà la stessa potenzialità della linea 3 e sostituirà le linee 1 e 2 con un impianto più moderno e funzionale”.
La nuova linea tratterà circa 300 tonnellate di materiale al giorno e si potrà recuperare parte dall’energia termica dericata dalla combustione dei rifiuti: “Parte integrante del progetto – ha detto ancora Corrente – è anche un sistema di depurazione dei fumi di combustione del tipo a secco a doppio stadio di reazione e doppia filtrazione. Sarà presente anche un sistema di monitoraggio continuo delle emissioni”.
L’iter autorizzativo dovrebbe durare due anni ed entro il 2022 dovrebbero quindi iniziare i lavori che dureranno tre anni. La nuova linea dovrebbe essere pronta entro aprile 2025, attivata nel giugno dello stesso anno ed entrerà a pieno regime nel dicembre successivo. A quel punto potranno iniziare le demolizioni delle linee 1 e 2.
A riguardo però, non ha nascosto una certa cautela il sindaco Sergio Giordani, che ha lanciato un appello a Zaia: “Il Piano dei Rifiuti è di competenza della Regione: è lei che deve redigere il nuovo piano oggi scaduto e che tiene le redini di questo processo autorizzativo. Ecco perché auspico una forte collaborazione e interlocuzione con la giunta Zaia in un’ottica di totale trasparenza. Non c’è preconcetto a priori, le linee 1 e 2 sono degli anni ’60 e va da sé che prima di dirmi contrario a un progetto di ammodernamento sugli standard di sicurezza ed emissioni più moderni a livello europeo vorrò approfondire tutto con la Giunta. Allo stesso tempo, su alcune questioni vogliamo capire bene e capire tutto, perché noi cerchiamo e perseguiamo anzitutto la tutela dei padovani e del nostro territorio”.
“Non ci accontentiamo di indicare un problema, vogliamo essere parte della soluzione. Siamo ecologisti, ragioniamo in modo sistemico. Quindi prima di esprimere contrarietà alla costruzione della 4° linea dell’inceneritore di San Lazzaro, chiediamo che riparta, subito e con obiettivi ambiziosi, l’estensione della raccolta differenziata a Padova. Per questo ci rivolgiamo all’assessora Chiara Gallani e alla comunità cittadina: solo migliorando concretamente le nostre performance di sostenibilità smonteremo la volontà di chi pensa a Padova come il forno al servizio di coloro che non scelgono la strada dell’economia circolare e della sostenibilità”, dice Eugenia Fortuni, co-portavoce di Europa verde Padova, sull’ipotesi di costruzione della nuova linea dell’inceneritore di San Lazzaro.
critico anche Giacomo Cusumano, consigliere comunale del MoVimento 5 Stelle: “Nel 2021 gli inceneritori andrebbero chiusi e non aperti come vogliono fare a Padova. Chiedo al comune di Padova e ad HERA di mettersi una mano sulla coscienza ed intraprendere una strada veramente ecologica, perché oggi giriamo con una mascherina per colpa di un virus domani forse non potremmo più toglierla per l’inquinamento, ma lì non si salverà più nessuno. Mi impegnerò a chiamare HERA presso la mia commissione VIII, che si occupa fra le varie materie anche di vigilanza e trasparenza, al fine di fare chiarezza su questa vicenda e avere dati inequivocabili su cui lavorare”.