Non solo area asiatica e Usa, oltre l’Europa ormai mercato domestico per il made in Italy. La ripartenza dell’export dopo la pandemia punta a riscoprire anche l’Europa dell’Est, paesi vicini come Polonia e Ungheria, che grazie anche ai fondi di coesione dell’Ue e al loro dinamismo interno, sono locomotive emergenti nell’Unione e uno sbocco sempre più significativo in futuro per le produzioni del Veneto, dalla meccanica al vino alle costruzioni.
La Polonia, il più grande mercato dell’Europa centro-orientale, ha contenuto la flessione dell’import nel 2020 (-1,5%), mentre l’Ungheria è in linea con altri emergenti Ue (-6,2%). Ma le stime di Ice-Prometeia pronosticano per entrambi una risalita a due cifre delle importazioni nel 2021 (+12,2% in Polonia, +11,4 l’Ungheria), a conferma delle stime di crescita al 4%.
Uno scenario favorevole anche per l’Italia, secondo partner commerciale di Varsavia tra i Paesi Ue (oltre 21 miliardi l’interscambio 2020) e quinto di Budapest, e per il Veneto. Nella mappa delle rotte a più alto potenziale per le esportazioni di Padova e Treviso, la Polonia è risalita dal 14° al 6° posto in un decennio (2009-2020). Il valore complessivo delle merci esportate è aumentato dai 316 milioni di euro nel 2009 a 792,2 milioni nel 2020 (pari al 42,8% del totale veneto, 1,85 miliardi). Un balzo del 150,7%, appena frenato nel 2020 (-1,1%): non solo macchinari ma anche autoveicoli, prodotti chimici, farmaceutici e della metallurgia, cibo e bevande, abbigliamento. Analogo progresso ma meno intenso, verso l’Ungheria (16° mercato di riferimento): nel 2020 Padova e Treviso hanno esportato merci per 292,1 milioni (40,9% del totale veneto, 714,3 milioni). Una crescita del 58,5% in dieci anni, con prospettive ulteriori di sviluppo per automotive e trasporti, farmaceutica, alimentare, costruzioni, arredo e servizi tecnologici.
Sono state proprio Polonia e Ungheria, questa mattina, le protagonisti del nuovo appuntamento di “Obiettivo Export”, il ciclo di incontri di Assindustria Venetocentro dedicato allo sviluppo nei mercati internazionali, per diffondere un approccio strutturato e aumentare il numero di imprese stabilmente esportatrici.