Dopo che la Fondazione Dolomiti Unesco ha reso noto di aver richiesto ripetutamente e inutilmente alla Regione Veneto i progetti del “carosello bianco” che dovrebbe collegare Cortina con Arabba ed Alleghe, si è mossa la politica, che ha espresso il proprio disappunto per l’arroccamento del presidente Luca Zaia e dell’assessore al Turismo Federico Caner, su una posizione controproducente: “Sarebbe un errore gravissimo mettersi contro l’Unesco” ha tuonato Giacomo Possamai, capogruppo Pd a Venezia.
Molte associazioni ambientaliste si stanno attivando, denunciando di temere nuovi scempi ambientali, dopo l’esperienza dei Mondiali, per i quali “sono state ampliate le piste anche con l’esplosivo ed è stata sbancata l’area dell’arrivo, abbattendo ettari di alberi e aumentando così il pericolo valanghe”. È quanto ha dichiarato Giancarlo Gazzola, vicepresidente di Mountain Wilderness, che svela anche la volontà di creare un Osservatorio per il controllo dei lavori per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, che coinvolgeranno anche il Trentino-Alto Adige.
Gazzola contesta in particolare gli slogan “ad impatto zero” e “niente cemento”, perché sostiene che le Olimpiadi saranno invece “terribilmente impattanti”. Luigi Casanova, presidente onorario della stessa associazione, ha scritto che “i Mondiali sono stati disastrosi e le Tofane cementificate. Adesso ci attende una grande sfida e abbiamo bisogno del contributo di tutte le sensibilità ed intelligenze per impedire i tre grandi collegamenti legati alle Olimpiadi, altrimenti lasceremo ai nostri giovani le Dolomiti in alta quota definitivamente distrutte”.
La questione più contestata da Gazzola è la Pista da Bob, “per la quale saranno spesi ben più dei 50 milioni di euro preventivati e che verrà usata 15 giorni e poi dimenticata”, come pare infatti sia successo con Torino 2006, con una pista costata 110 milioni e mai più utilizzata, come denunciato anche da Legambiente: “A Cortina non si annuncia una ristrutturazione, ma un rifacimento completo”.
Altro motivo del contendere è quello dei collegamenti sciistici tra i comprensori, che secondo la Regione dovrebbero favorire l’ambiente, perché turisti e villeggianti si sposterebbero da una parte all’altra con gli impianti a fune anziché con la macchina, “ma non è vero, ci prendono in giro” sostiene Gazzola, che proprio per questo con altre associazioni vuole istituire l’Osservatorio per controllare e denunciare eventuali abusi e sprechi.
La giunta veneta continua a non rispondere e a non spiegare. Nel Piano Regionale di Ripresa e Resilienza sono state inserite opere per 639milioni di euro, riconducibili alle Olimpiadi e il Masterplan è pieno di nobili intenzioni, come “la sostenibilità ambientale”, “il turismo sostenibile” e “la mobilità a basso impatto, che preservi territori unici e limiti il consumo di suolo”.