A trecento anni dalla scomparsa dello scultore Orazio Marinali, Bassano e Castelfranco gli rendono omaggio con una serie di iniziative tra le quali una mostra nei Musei Civici in riva al Brenta, un itinerario guidato tra arte e storia e un libro a lui dedicato, dall’eclettico medico-scrittore Giancarlo Saran, intitolato “Orazio Marinali – Storie scolpite sulla pietra, dalla statuaria di parco Revedin Bolasco”.
Marinali che ha segnato un’epoca, a cavallo tra il Seicento e il Settecento, disseminando le sue sculture tra chiese, parchi, ville, piazze e palazzi del Veneto, era nato ad Angarano, un borgo di Bassano, affacciato sul Brenta e, ed era figlio di uno scultore ligneo. Si era poi perfezionato come scultore alla scuola veneziana del fiammingo Juste Le Court, per poi intraprendere un suo percorso personale affiancato dai fratelli e da altri familiari, tanto che “la bottega” dei Marinali continuò ad operare a Vicenza per oltre ottant’anni.
Castelfranco, la città della Marca, che si sente l’ambiziosa patria adottiva di Marinali, possiede singolari testimonianze dell’artista nel maestoso parco di Villa Bolasco. Inoltre Giancarlo Saran ha voluto coinvolgere anche Vittorio Sgarbi, presidente della Gypsoteca di Possagno, nei suoi Passaggi a Nordest.
Il viaggio ideale tra le opere di Marinali parte da Bassano, per poi giungere a Castelfranco e proseguire tra diverse tappe in numerose ville, come Villa Da Schio a Costozza di Longare, ai piedi dei Colli Berici, dove l’artista si riforniva della famosa pietra della zona, per poi modellare le sue opere. E poi Villa Marzotto a Trissino, Castello Grimani Sorlini a Montegalda, La Deliziosa a Montegaldella e poi ancora Villa Corner della Regina a Vedelago, nel Trevigiano.
“Un percorso tra mitologia classica e scultura, di uno dei maestri del Rinascimento veneto, che è stato un grande innovatore e che ha lasciato tracce importanti nella scultura tardo barocca in diversi ambiti, da quello religioso, con la Basilica di Monte Berico, del Santo e di Santa Giustina a Padova, a quello di interni” ha spiegato Saran. Ma ciò che lo ha reso veramente famoso e ambito è stata tutta la statuaria da giardino, in un’epoca in cui la nobiltà veneziana desiderava tradurre la sua opulenza nella civiltà della villa, nei suoi giardini, “luogo di svago e di piacere”, ammantato da un alto valore simbolico.
Ma come sottolinea Saran, tanto Marinali venne ricercato nel suo tempo, quanto poi fu dimenticato, “con pochi studiosi che ne hanno indagato il talentuoso scalpello”.
“Marinali è stato un autorevole esempio di come l’ispirazione artistica rinascimentale, nella scultura e soprattutto nella pittura abbia attinto a piene mani nella mitologia classica”.