Padova riparte anche dall’arte, dopo Antiquaria, ecco che la città ospita altre due interessanti mostre: Van Gogh ‘I colori della vita’, al Centro San Gaetano, dal 10/10 all’11/4 a cura di Marco Goldin e “Macchiaioli, capolavori dell’Italia che risorge”, a Palazzo Zabarella, dal 24/10 al 18/4 a cura di Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca.
Dai potenti ritratti di Van Gogh, come quello del sottotenente Miliet, di Joseph-Michel Ginoux, o del postino e dell’arlesiana, nei quali trionfano i toni del giallo, del verde e del blu, tipici del periodo di Arles, in un’esplosione di colori vibrante e magnifica che racchiude tutto il fascino dell’artista.
In mostra ci saranno ben 96 opere di cui 82 del pittore tra quadri e disegni, distribuiti in sette sezioni e sette sale, in ordine cronologico, proveniente da tutti i grandi musei del mondo, ma in modo massiccio (74) soprattutto dal Kroller-Muller Museum, che possiede la seconda più vasta collezione al mondo di opere di Van Gogh. Tra le altre opere spiccano i nomi di Gauguin, Seurat, Signac, Hiroshige, che serviranno per delineare meglio il percorso artistico ed esistenziale del pittore olandese.
Ma ad aprire il percorso saranno tre grandiose tele di Francis Bacon, in cui il gigante della seconda metà del Novecento si confronta con un quadro emblematico di Van Gogh. ”È il punto di partenza – spiega il curatore Marco Goldin – di una mostra che, insieme al libro che la accompagna, vuole riscrivere la vita e l’opera del grande artista olandese, attraverso la lettura del suo epistolario. Con l’immagine del pittore come eroe da cui parte, e soprattutto nella convinzione che Van Gogh non fosse per niente pazzo”. Si perché il 15 ottobre sarà anche in libreria per La Nave di Teseo, ”Van Gogh. L’autobiografia mai scritta”, un poderoso volume di 700 pagine in cui lo storico dell’arte ha ritradotto e dato senso al suo epistolario.
Un paio di settimane dopo aprirà a Padova un’altra mostra questa volta sui Macchiaioli: l’intento è quello di riaprire un capitolo importante della nostra storia artistica attraverso lo sguardo di maestri come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, e altri tra i quali Adriano Cecioni, Odoardo Borrani, Raffaello Sernesi e Vincenzo Cabianca.
I Macchiaioli, oltre che per la loro tecnica artistica fatta di macchie, piccoli tocchi del pennello che insieme andavano a definire l’immagine, sono stati tra i primi a dare valore ad ogni aspetto della vita umana, e in un certo senso anticiparono poi le sperimentazioni di Monet, Van Gogh e Gauguin.
Luce, sole, nuvole, balconi fioriti, bucato steso ad asciugare, giovani donne che guardano assorte il paesaggio che si disegna fuori dalla finestra, lavoro nei campi, cavalli al tiro e ancora giovinetti che giocano sulle rive dell’acqua, sono immagini di un’Italia ottocentesca non ancora compiuta sotto il profilo socio-politico, ma brulicante di vita e passione.
In mostra a Padova: le pescivendole di Signorini, il merciaio di La Spezia, l’erbaiola di Fattori, le signore al sole di Cabianca, le bambine che fanno le signore di Lega, la gente al mercato di via del Fuoco, le madri raggianti e piene di vita, i bambini colti nel sonno, la donna che legge il giornale e molti altri.
Accanto a questi pittori si potranno incontrare i personaggi che hanno affiancato e sostenuto il lavoro dei maestri: colleghi pittori che ne hanno subito intuito la portata innovativa, come Cristiano Banti, Michele Gordigiani, Ernesto Bertea e amici mecenati che spesso li accolsero nelle loro famiglie, come i Cecchini, i Bandini, i Batelli, che tanta parte hanno avuto nella tormentosa vicenda biografica di Signorini.
Un posto speciale è quello occupato da Diego Martelli, critico e letterato, che non solo ha sempre attivamente sostenuto i macchiaioli, ma ha aperto loro la sua casa a Castiglioncello, trasformando un borgo per le vacanze borghesi in un simbolo della creatività e libertà di visione. Le sue coste, le sue spiagge, le rocce e le case di pescatori sono diventate familiari, patrimonio collettivo di bellezza e di luce che possiamo tornare a contemplare, dopo il buio di questi mesi.