Il primo festival sull’abitare prende il via a Padova il 29 agosto, con quattro serate evento itineranti che con il cinema, il gioco, il dibattito porterà al centro della scena il tema dell’abitare tra relazioni solidali, convivenza multiculturale e intergenerazionale.
“Abitare Festival, dalla casa ad una comunità inclusiva” viene realizzato nell’ambito di Next to me, il progetto promosso dal Comune di Padova con un’ampia alleanza tra Comuni, Prefettura, Università di Padova, agenzie immobiliari, cooperative sociali, proprietari di immobili, soggetti sociali e sindacali e finanziato dal Fondo asilo migrazione e integrazione del Ministero dell’Interno e dall’Unione Europea.
Next to me è un progetto rivolto a chi vuole affittare la propria casa sostenendo al tempo stesso le famiglie in difficoltà abitativa. Un progetto necessario vista la sempre più vasta fascia di popolazione che fatica ad accedere al mercato privato degli alloggi e nello stesso tempo non ha i requisiti per l’assegnazione delle case del patrimonio pubblico: una fascia di popolazione destinata ad allargarsi con la crisi economica e sociale che stiamo vivendo. Il Festival dell’Abitare nasce in questo contesto e vuole appunto portare il tema dell’abitare al centro del dibattito, con 4 giorni di iniziative in diversi luoghi della città.
Abitare proviene dal verbo latino habitare significa “continuare ad avere” ma più comunemente significa l’azione di avere abitudine di un luogo, cioè di abitarvi. Come ci suggerisce l’urbanista Elena Granata si tratta di un verbo che esprime la capacità dell’uomo come di tutte le creature viventi, di lasciare tracce, di modificare con la propria azione il mondo, adattarlo alle sue necessità – di riparo, di sicurezza, di protezione – personalizzarlo, arricchirlo, trasformarlo.
Nell’abitare si giocano tutte le dimensioni della vita, il corpo con le sue necessità e le sue abitudini, il bisogno di relazione, di riconoscimento, di ascolto, di prossimità con l’altro.