Una mazzata senza precedenti. Il fatto che il 2020, a causa delle continue restrizioni e chiusure dovute alla pandemia da coronavirus, fosse stato un anno drammatico per il turismo e la cultura, a Padova come nel mondo intero, era noto.
Il Covid ha colpito duramente il mondo dela turismo e della cultura, e sono i dati diffusi ieri dall’ufficio Statistica di Palazzo Moroni, che restituiscono l’immagine di una cottà che sta soffrendo parecchio. Rispetto al 2019, infatti, i turisti arrivati in città sono complessivamente diminuiti del 68%, scendendo da 728.041 a 232.848 (meno 495.193). E il calo più vistoso, anche qui in maniera assolutamente scontata, ha riguardato i visitatori provenienti dall’estero, che sono crollati dell’82,4% rispetto all’anno precedente, passando da 335.350 ad appena 58.754 (meno 276.596). Più contenuta, invece, la flessione di quelli italiani, pari comunque al 55,6%: nel dettaglio, i turisti in arrivo dal resto del Paese sono scesi da 392.691 a 174.094 (meno 218.597).
Discorso simile quello relativo ai pernottamenti negli alberghi e nelle altre strutture ricettive della città, la diminuzione complessiva, in questo caso, è stata del 56,9% (da 1.657.672 a 713.607, meno 944.065), con un peso maggiore delle mancate presenze straniere (meno 75,7%), -43% quelle italiane.
Ma il 2020 è stato un anno terribile anche per la cultura. Basti pensare che gli ingressi nei monumenti sono diminuiti del 66,1%, calando da 603.401 a 204.545 (meno 398.856). Palazzo della Ragione, meno 68,5%. Cappella degli Scrovegni (compresi Musei Civici Eremitani e Palazzo Zuckermann), meno 65,2%. Oratorio di San Rocco, meno 77,1%. E Museo del Risorgimento e dell’età Contemporanea (all’interno del Caffè Pedrocchi), meno 67,1%.