È stato pubblicato il report su “Le nascite registrate a Padova negli anni 2010, 2015, 2020”, realizzato dal Settore Programmazione Controllo e Statistica.
Osservando i dati emerge come nell’ultimo decennio il tasso di natalità è calato quasi ogni anno, da 8,5 nel 2010 a 6,36 nel 2020. Un dato che si vede con chiarezza nei numeri assoluti. 1298 cittadini italiani nati nel 2010, 945 nel 2020. I nati stranieri sono 535 nel 2010 e 387 nel 2020, con una riduzione del tasso di natalità molto più rapida che per i cittadini italiani.
Un altro dato che non stupisce è l’aumento dell’età media delle madri e dei padri, anche se quella dei padri in maniera più contenuta. Sono però più numerosi i padri over 50 che quelli under 25, così come le madri over 40 hanno superato le under 30.
Tra i nomi più utilizzati nei tre anni presi in considerazione troviamo Francesco, Alessandro e Leonardo, mentre per le bambine Anna e Sofia, Emma e Aurora. Il quartiere con il tasso di natalità maggiore è il 2 Nord e l’Arcella è dove si registrano più nascite. All’Isola di Terranegra non si registrano nascite nel 2020.
Ecco il commento dell’assessore Francesca Benciolini: “È evidente che il calo dei nuovi nati nella nostra città rispecchia un andamento della società complessivo. C’è un generale invecchiamento della popolazione ed è chiaro che, avendo i “boomer” superato l’età fertile, le persone che in questo momento possono avere progetti genitoriali sono meno numerose: questa è certamente una delle cause del calo delle nascite.Inoltre oggi si diventa genitori più tardi e si fanno meno figli. Al di là di un generale cambiamento dei modi di vivere, credo sia importante ribadire che tra le cause riscontriamo certamente la sempre più dilagante precarietà lavorativa che colpisce in particolare le giovani generazioni, di conseguenza e le condizioni economiche. Sono ormai anni che il trend è confermato e per invertirlo serve una cosa sola: un investimento massiccio nel welfare e nei servizi.
Sostegni concreti alle famiglie, alle giovani coppie, ai genitori soli. Insomma, soluzioni che permettano a tutte e tutti di avere un supporto. La nostra amministrazione è molto attenta e abbiamo deciso di investire molto in questo tema, ma non basta di certo, quello che serve è una politica regionale e nazionale che sappia interpretare e rispondere ai bisogni delle persone.
Credo sia molto urgente, perché se il trend delle nascite continuerà a calare, avremo importanti ripercussioni sociali, con implicazioni anche sul lavoro e sul sistema sanitario.
L’auspicio è che la ripresa post covid, con l’immissione di tanti fondi nelle nostre comunità, sia un momento per ripensare strutture e servizi che pongano le persone al centro, come nel caso di bandi come il Pinqua dove la qualità dell’abitare è stato il fulcro centrale”.