Palazzo Thiene, gioiello cinquecentesco, dalle forme gotiche e rinascimentali, risalente al XV secolo e successivamente ristrutturato da Andrea Palladio, dal 1994 è inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco ed è stato per decenni la sede storica della Banca Popolare di Vicenza.
Passato di mano, ora è di proprietà del fondo d’investimento americano Bain Capital Credit e, da mesi, è al centro dell’attenzione, perché si rincorrono voci sulla possibilità che possa essere acquisito da un gruppo di imprenditori.
Così ieri il sindaco Francesco Rucco, durante il consiglio comunale, ha sentito il bisogno di intervenire proprio sul destino dell’immobile, considerato il più pregiato tra l’ex patrimonio vicentino della Banca Popolare, volendo mettere in chiaro che, “chiunque dovesse acquistare il Palazzo non potrà che dedicarne una parte a museo e, per questo, stiamo già lavorando all’ipotesi di come gestirlo”.
A sollevare la questione durante il consiglio, riunito in videoconferenza, era stata un’interrogazione del consigliere di opposizione Sandro Pupillo, che chiedeva lo stato dell’arte del tentativo di riappropriarsi di quel bene così amato dai Vicentini.
Il sindaco ha così fatto sapere che “dopo l’incontro con il capo di gabinetto del Ministero dei Beni Culturali, nello scorso febbraio, la situazione è ferma. Rimane l’ipotesi di poter esercitare il diritto di prelazione da parte delle istituzioni, se l’immobile dovesse passare di mano e Fondazione Teatro Comunale e Cisa, il Centro internazionale di studi di Andrea Palladio, stanno già lavorando alle ipotesi gestionali”.
Il fatto stesso che si stia già ragionando su come gestire tutta l’attività museale, dovrebbe essere un buon segnale per una prossima e speriamo imminente riapertura al pubblico del Palazzo palladiano.