La ICC (International Criminal Court) con sede a L’Aia, in Olanda, ha stabilito che la propria giurisdizione si estende anche ai territori occupati da Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni, nel 1967.
I territori finiti nel mirino del tribunale internazionale sono quindi Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Tutti occupati dagli israeliani, ma rivendicati dai palestinesi come parte integrante della Palestina; a cui aspirano dare una legittimazione statale.
La decisione de L’Aia creerebbe un precedente nell’eterno conflitto tra arabi ed israeliani; e permetterebbe di portare davanti al Tribunale gli eventuali autori di crimini di guerra. Nel mirino, in particolare, sono finite alcune azioni compiute da entrambe le parti in occasione della guerra scoppiata nel 2014 e durata circa 50 giorni; che lasciò sul terreno oltre 2200 palestinesi (per lo più civili) e 74 soldati israeliani.
Negli scontri, secondo i giudici olandesi, sarebbero stati compiuti crimini di guerra sia da parte di Hamas, che dall’esercito israeliano. E con questa nuova decisione adottata, potrebbero partire le prime indagini volte a giudicare la condotta delle parti.
“Antisemitismo puro” ha definito la mossa del Tribunale il premier israeliano, Netanyahu; spalleggiato nelle proteste dagli Stati Uniti. Timoroso, evidentemente, che eventuali indagini possano andare a smuovere le acque su una vicenda che a livello internazionale vede Israele in una posizione di colpevolezza. Almeno secondo quanto stabilito dall’ONU.
Da parte palestinese, per contro, la decisione è stata salutata come una “vittoria per l’umanità ed i valori di giustizia e libertà”.
Federico Kapnist