Intervenendo durante la conferenza stampa di ieri del presidente Zaia, il virologo Giorgio Palù, consulente della Regione Veneto e presidente dell’Aifa, si è detto preoccupato del modo in cui si parla della pandemia: l’Italia soffrirebbe infatti di infodemia da Coronavirus, e come dargli torto? Ovunque, dai telegiornali ai salotti televisivi, il Covid è l’argomento di dibattito prediletto da molti, ma non sempre a parlarne sono persone informate o formate per dare giudizi o fare previsioni.
Il virologo ha criticato le “tante sciocchezze che circolano incontrollate nell’etere” e non ha risparmiato neanche i suoi colleghi diventati star televisive: “Bisogna dare certezze e non creare allarmismi. In Italia ci sono virologi che si sono innamorati delle luci della ribalta”, ha sottolineato. “In Italia manca un certo modo di fare informazione scientifica e parlano tutti: negli Usa parla solo Fauci, in Gran Bretagna lo stesso, parla solo il massimo responsabile della sanità pubblica inglese. Da noi hanno parlato tutti”, ha polemizzato il prof. Palù, che poi ha spiegato: “Non esiste democrazia nella scienza, non se ne può fare un talk show. La virologia è la disciplina cha ha avuto più premi Nobel, sentirla svilita da certe dichiarazioni è stato per me un grande dispiacere; e non ti puoi accreditare se non hai mai pubblicato studi su certe riviste scientifiche internazionali”.
Comunicare, soprattutto per chi lo fa di mestiere, significa filtrare le tante informazioni che giungono da ogni parte, per offrire poi una notizia il più possibile completa e puntuale. Ma ci sono tanti, purtroppo, che rincorrono il sensazionalismo, lo scoop, la notizia facile e il titolo “urlato”. Forse dovremmo tutti fare un passo indietro e lasciare parlare le persone che in questo momento stanno lavorando dietro le quinte per farci superare questo momento, senza chiedere alcun applauso.
L.M.