Nella provincia di Belluno, per effetto di una riclassificazione della rete viaria, avviata nel 2019, tra un mese una serie di importanti arterie statali, regionali e provinciali torneranno in capo ad Anas, Azienda nazionale autonoma delle strade: tra queste la Feltrina, l’Agordina, la strada delle Dolomiti, quella della Val di Zoldo, del San Pellegrino, del Cereda e del Duran e la storica “Sinistra Piave”, considerata un’asse strategico per tutta la Valbelluna.
Molto allarmato da questo cambiamento, il sindacato di Filt-Cgil di Belluno, attraverso la sua segretaria Alessandra Fontana, ha fatto sapere che il passaggio non sarà semplice né indolore, perché “tutti abbiamo potuto vedere come lavora Anas. L’esempio più eclatante è la Statale 51 di Alemagna. E la nostra preoccupazione è che si possa perdere il controllo delle strade, dopo tanti anni di battaglie per la gestione territoriale, il modello Anas non è adeguato alle esigenze della nostra provincia…la viabilità nelle nostre zone è un servizio, ma anche un’opportunità”.
Il ritorno in capo ad Anas di buona parte della rete viaria locale, significherebbe sicuramente una boccata d’ossigeno dal punto di vista economico, per la Provincia, che attualmente deve versare 15 milioni all’anno a Veneto Strade per la manutenzione, ma “non si può farne solo una questione economica”, come ha sottolineato Fontana.
I recenti Mondiali di sci Cortina 2021 hanno evidenziato come il grande progetto di ammodernamento presentato da Anas come risolutivo di tutti i problemi della viabilità, per il momento non si sia rivelato tale: forse, si spera, sarà pronto per le Olimpiadi del 2026.
Così Cgil ha scritto a Roberto Padrin, presidente della Provincia, affinché Anas possa entrare in Veneto Strade, che evidentemente è considerata una garanzia dal territorio, lasciando quindi a Veneto Strade manutenzione e controllo, “chiediamo un unico ente gestore, perché le strade in montagna sono una risorsa fondamentale per i residenti e per le imprese. Solo così possono essere garantite le necessarie economie di scala e gli standard di sicurezza e qualità nella gestione del servizio. Chiediamo alla Provincia di sottoscrivere patti precisi che garantiscano questo controllo”.