La Corte veneziana ha di fatto smontato l’operato dei commissari giudiziali e le valutazioni del giudice fallimentare del Tribunale di Treviso, accogliendo quindi i reclami di alcune banche creditrici, Sace, Finint e Banco delle tre Venezie, che lamentavano sostanzialmente l’incompletezza delle informazioni da parte dei commissari verso i creditori e operazioni sospette, sulle quali non si sarebbe indagato adeguatamente.
La proposta concordataria, presentata in Tribunale, nel dicembre 2018, prevedeva infatti che Pasta Zara saldasse parte delle pendenze con i creditori, in quote e tempi differenziati, per privilegiati e chirografari, per un totale di 165 milioni di Euro, a fronte di un debito complessivo di 295 milioni.
Il grosso delle risorse avrebbe dovuto entrare dall’operazione di cessione dello stabilimento di Muggia (TS) a Barilla, per 118 milioni. Pare che nella sede del colosso di Parma, la notizia non sia stata accolta molto bene e che sia stata avviata una verifica.
Nel Quartier Generale di Riese Pio X nel frattempo, il Presidente Furio Bragagnolo sdrammatizza e annuncia ricorso in Cassazione.