Lo ammetto. L’emozione non manca a salire di nuovo al Nazareno, più di sette anni dopo. #iocisonoPD. Ci vediamo alle 11.45 sulla pagina Facebook del PD e di @immaginaweb pic.twitter.com/IEwdGM8zAX
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 14, 2021
Durante l’asemblea, la presidente dem Cuppi delle dimissioni di Zingaretti ha detto “sono state un atto politico molto forte che ci spinge a un’analisi profonda del partito, che ci interroga sullo stare insieme, sul pluralismo. Era evidente che volesse dare una scossa al partito, fare in modo che emergessero in maniera chiara e trasparente i problemi che ci sono. Ora sta a noi cogliere l’opportunità. Dobbiamo affrontare le dinamiche di battaglie intestine tra aree che invece di arricchire il pluralismo rischiano di cristallizzarsi in lotta tra correnti“.
Al Nazareno, oltre a Letta e Cuppi, sono presenti di persona anche le vice presidenti Debora Serracchiani e Anna Ascani. E poi il ministro Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Walter Verini, Cecilia D’Elia, Brando Benifei, Chiara Braga, Nicola Oddati, Caterina Bini, Luigi Zanda, Stefano Vaccari.
Letta al momento può già contare su un documento informale a cui hanno aderito le aree che fanno riferimento a Zingaretti, Franceschini, Orlando, Ascani e Delrio. La corrente di Base Riformista – quella che più ha osteggiato la linea Zingaretti negli scorsi mesi insieme ai Giovani turchi di Matteo Orfini – non lo ha sottoscritto, ma in mattinata il ministro Lorenzo Guerini ha confermato di aver aderito alla sua candidatura “come prevedono le nostre regole“.
L’appuntamento decisivo è fissato alle 11.45, quando è previsto l’intervento di Letta. “Le ultime aggiunte, le ultime correzioni“, ha twittato all’alba l’ex presidente del Consiglio, richiamato dalla Francia per guidare in una situazione delicata e complessa lo stesso partito che nel 2014 si liberò di lui senza troppi convenevoli.
“Ci vediamo oggi alle 11.45 sulla pagina Facebook del Pd e di immaginaweb #iocisonoPd”, scrive. L’intervento sarà il suo primo atto politico da segretario in pectore. Anche se nella giornata di sabato, con la visita a sorpresa nella sezione dem a Testaccio, Letta ha già fatto intuire quali saranno le linee guida della sua azione, annunciando a partire da lunedì un ‘tour’ nei circoli del Pd di due settimane. Manca solo il passaggio formale dell’Assemblea: la proclamazione dei risultati è fissata attorno alle 13.30. Il Pd si appresta quindi a votare il nono segretario (compreso l’unico bis firmato da Matteo Renzi) della sua storia.
Bonaccini commenta così l’arrivo di Letta: “Abbiamo una grande opportunità: Enrico Letta è una figura autorevolissima. L’ho sentito nei giorni scorsi, ci siamo parlati” visto che “sono parte della classe dirigente di questo partito per il ruolo che svolgo, e perché sono un iscritto e un militante da sempre”. “Oggi – ha osservato intervenendo su Radio 24 – cominciamo una nuova storia per il Partito Democratico. Credo che sia l’ultima opportunità del Pd per dimostrare di essere meglio di quello che appariamo. Credo che Letta possa riuscire a scrivere una pagina di unità. E proviamo a ripartire da lì per costruire nuovo gruppo dirigente e rilanciare il Pd”.
Gentiloni ha detto: “Zingaretti ha compiuto una scelta coraggiosa, coerente e non consueta. È uno stappo doloroso e credo che la comunità del Pd ne abbia capito il senso. Con Enrico Letta si può fare, anche perché lui garantisce una delle nostre grandi scelte identitarie, quella europeista, e può fare del Pd quel motore d’innovazione e, mi auguro, di ambientalismo che serve al Paese”.
Anche David Sassoli è ottimista sull’arrivo del nuovo segretario: “Enrico Letta non ha paura delle nuove idee, il che è esattamente ciò che serve al Paese, al Partito democratico e all’Europa”, dice il presidente del Parlamento europeo intervistato da La Repubblica. “Che consigli darei a Enrico per rilanciare un Pd dilaniato? Dopo il Covid non torneremo al mondo di prima, molte cose cambieranno per sempre e questo vale anche per i partiti – sottolinea Sassoli -. Servono nuove forme di selezione, partecipazione e decisione. Soprattutto servono idee. La pandemia è il nostro deserto e per attraversarlo serve una grande tenda dove tutti si sentano bene”. Tenda, spiega il presidente del Parlamento europeo, “che accolga i progressisti, tutti coloro che vogliono rafforzare la democrazia, lottare contro le ingiustizie, difendere i nostri valori e aiutare l’Unione a costruire una sovranità europea. Servono pluralismo e laicità”.