La Pedemontana veneta è ormai quasi ultimata e da maggio si potrà viaggiare da Malo a Montebelluna, su 65 chilometri dei 94 totali. Nel giugno 2019, l’allora Ministro dell’Interno, Matteo Salvini con il presidente della Regione Luca Zaia aveva inaugurato il primo tratto di soli sette chilometri della superstrada, nella zona di Breganze, nel punto di intersezione con la A31. Ora, in meno di due anni, sarà possibile viaggiare su due terzi dell’intero tracciato.
Inoltre oggi verrà completato anche lo scavo della galleria nord di Malo, da Vallugana, in direzione di Treviso, cosa che rallegrerà non poco gli abitanti della zona, provati da un lungo periodo di disagi, dovuti sia ai rumori che alle vibrazioni causate dagli scavi con esplosivo. Contestualmente diminuirà anche il traffico dei camion legati all’attività del cantiere, con una notevole riduzione delle polveri.
La storia di quella che è stata definita “la galleria maledetta”, è nota: sequestrata in seguito ad un incidente mortale in cantiere, è stata poi al centro di indagini per questioni sulla conformità dei materiali utilizzati. Dissequestrata l’anno scorso dalla Procura di Vicenza, sarà al centro di ulteriori lavori di scavo sul versante di Castelgomberto, dove a causa della composizione del terreno, “costituito da elementi a grana piuttosto grossolana, come un terreno sabbioso”, il lavori non saranno semplicissimi, dovendo garantire al contempo la tenuta della volta e la messa in opera del consolidamento.
Come ha voluto sottolineare l’ingegner Elisabetta Pellegrini, alla quale sono stati affidati i lavori dalla Regione, dopo anni di contenziosi, “questa tratta costituisce il percorso più critico per la conclusione di tutta la Pedemontana”. Ma come ha fatto sapere Zaia, “è la più grande opera pubblica in costruzione oggi in Italia”.