Prosegue tra governo e parti sociali il confronto per la riforma delle pensioni dopo il 2021, quando scadrà la parentesi triennale della sperimentazione di Quota 100.
Tra le ipotesi sul tavolo, l’uscita a 62 anni con conseguente penalizzazione sull’assegno. Il taglio dell’assegno previdenziale dipenderebbe dagli anni di anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia: intorno al 3% per ogni anno, che porterebbe il taglio massimo al 15% rispetto all’assegno pieno che si matura a 67 anni.
Resta in agenda anche la proposta sui 41 anni di contributi: una nuova forma di pensione anticipata basata sul requisito contributivo.
Se ne saprà di più nei prossimi due vertici previsti sul tema: quello dell’8 settembre sugli interventi da inserire nella Legge di Bilancio 2021 e quello del 16 settembre sulla riforma vera e propria, che dovrà rendere più equo e flessibile il sistema previdenziale.