In un clima di incertezza, la pensione resta una delle più importanti ancore di salvezza: cosa accade alla minima.
La nuova manovra economica del governo italiano non poteva non avere come argomento portante, nonché centrale, proprio le pensioni, ancora oggetto di dibattiti accesi. A far discutere non poco infatti è l’aumento delle pensioni minime, attualmente fissate a 614,77 euro. Dal 2025 invece la manovra prevede un lieve incremento del 2,2% che porterebbe l’importo a 617,9 euro.
Questo aumento, anche se contenuto, scongiura una riduzione che avrebbe potuto abbassare l’assegno minimo a 604 euro, ma per molti si tratta di un intervento ancora troppo modesto a fronte delle spese sostenute fa una famiglia media tant’è che Forza Italia, ad esempio, vorrebbe alzare l’importo a 620 euro, mentre la Lega spinge per incentivare la previdenza complementare, puntando a offrire un supporto economico più solido ai giovani lavoratori, spesso penalizzati da carriere discontinue.
Sono in valutazione poi anche nuove modalità per l’accesso anticipato alla pensione. Attualmente, il pensionamento anticipato è concesso solo a chi raggiunge un assegno pari a tre volte la pensione minima (con soglie ridotte per le donne con figli). Si discute ora di includere la rendita derivante dalla previdenza integrativa in questo calcolo, per facilitare l’uscita dal mondo del lavoro a chi desidera anticipare la pensione.
Un altro punto caldo è il canone Rai, che, dopo un anno di sconto, tornerà a 90 euro nel 2025. Intanto, l’azienda sarà chiamata a ridurre i costi, specialmente nelle aree del personale e delle consulenze. Tra le altre questioni fiscali, Forza Italia propone di intervenire sulla sugar tax e sul regime fiscale dei bitcoin, entrambi temi che continuano a sollevare forti discussioni.
Ma non finisce qui. La manovra infatti mette in campo 1,3 miliardi per il settore sanitario nel 2025, ma posticipa al 2026 il piano per l’assunzione di 30.000 tra medici e infermieri provocando non pochi malumori, tant’è che gli operatori della sanità non solo hanno chiesto un impegno immediato e diretto, ma in segno di protesta hanno anche annunciato già uno sciopero per il prossimo 20 novembre.
Insomma, pare proprio che la priorità sarà destinare i fondi in modo efficace, con una particolare attenzione al miglioramento delle condizioni per pensionati e operatori sanitari, le fasce più calde al momento. Il problema però è che con questi vincoli di bilancio e il pressing su pensioni, sanità e fisco, non sarà per nulla semplice.
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