Quasi tre mesi nelle mani delle milizie fedeli a Khalifa Haftar, signorotto della Cirenaica; il destino dei pescatori di Mazara del Vallo sembra essere ancora grigio e non vede significativi spiragli all’orizzonte.
L’immobilismo istituzionale, che nelle ultime settimane è riuscito a portare solo ad una telefonata, concessa dai carcerieri libici ai sequestrati verso le proprie famiglie, è paradossale. Il Covid ed il conseguente disastro socio-economico in atto nel Paese, stanno ponendo la questione dei pescatori sequestrati in fondo alle priorità di governo; e anche i media, di guisa, sembrano non esser più di tanto attratti da una vicenda considerata di scarso interesse.
Tuttavia, oltre al danno sta emergendo anche la beffa. Come riportato da un’inchiesta di Panorama, la Marina militare avrebbe potuto intervenire nelle prime ore del sequestro per liberare i pescatori sequestrati. Fantascienza? No. L’Italia, anche se ai sensi della Costituzione ripudia la guerra, possiede un esercito di tutto rispetto e reparti d’élite di assoluta eccellenza. Che, come nella notte del fattaccio, sovente si trovano ad essere impegnati, nel Mar Mediterraneo, nell’ambito di operazioni di controllo e contrasto all’immigrazione e traffici illeciti.
Nello specifico, quella sera, la nave della Marina “Durand de La Penne” si trovava a poco più di 100 miglia nautiche da dove era avvenuto il sequestro. E a quella distanza, un elicottero militare con a bordo i Fucilieri di Marina (l’equivalente dei Marines americani, tanto per intendersi) sarebbe potuto intervenire in un’ora (più il tempo per preparare l’operazione, un’altra ora circa) e fermare sul nascere il sequestro; prima cioè che i pescherecci fossero effettivamente portati a terra ed il numero di miliziani aumentasse.
L’Italia, in altre parole, avrebbe potuto comportarsi da Stato rispettabile, come fanno i grandi Paesi occidentali a cui guardiamo come esempio e con stima. Paesi che quando vedono i propri cittadini ed il proprio interesse nazionale in pericolo, agiscono, anche utilizzando la forza. Dall’inchiesta condotta dal Settimanale, invece, appare un quadro poco edificante; con il Ministro della Difesa, Guerini, tenuto praticamente all’oscuro (sic) e la decisione – di abbandonare sul nascere la missione e di avviare invece canali diplomatici – presa dai comandanti della Nave insieme ai vertici della Marina.
Italia ancora una volta debole nel Mare Nostrum; ancora una volta debole quando avrebbe potuto essere forte con un piccolo sforzo. Mettendo semplicemente all’opera il suo apparato militare che viene mantenuto a carissimo prezzo dai contribuenti. E i pescatori? Chissà…
Federico Kapnist