Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto Ristori, il terzo, con cui si sbloccano nuovi fondi da destinare alle attività economiche, ai Comuni e al Fondo per le emergenze. Durante il vertice notturno presieduto da Giuseppe Conte, è stata inoltre approvata la Relazione al Parlamento, con cui l’esecutivo chiederà alle Camere il via libera per uno scostamento di bilancio.
Mossa attesa, che arriva a seguito del parere favorevole della Commissione europea, che ha dato l’autorizzazione al ricorso di “8 miliardi in termini di indebitamento netto e di fabbisogno e di 5 miliardi per i saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa”, spiega il ministro dell’economia Gualtieri.
In questo modo il governo punta ad allargare la platea dei beneficiari degli aiuti. Le nuove misure contenute nel testo del decreto Ristori ter, secondo quanto è stato reso noto a margine del Consiglio dei Ministri, prevedono aiuti alle attività commerciali, di cui una parte destinata al potenziamento di quelli già erogati a chi si trova in zona rossa e arancione, un fondo da erogare ai Comuni e nuovi finanziamenti per fare fronte alle emergenza nazionali.
Nello specifico le misure prevedono lo stanziamento di ulteriori fondi per 1,95 miliardi di euro destinati al ristoro delle attività economiche e ai loro dipendenti che sono stati colpiti, in maniera diretta o indiretta, dalle misure per fermare il contagio.
Incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto Ristori bis – ovvero il decreto legge del 9 novembre 2020, n. 149 – per compensare le attività economiche che operano nelle regioni passate a una fascia di rischio più alta.
È stato inoltre previsto l’inserimento dei negozi di calzature tra i codici Ateco delle attività di commercio al dettaglio delle zone rosse che possono beneficiare del contributo a fondo perduto ed è stato istituito un fondo da destinare ai Comuni, con una dotazione di 400 milioni di euro, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare, da erogare alle amministrazioni entro 7 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
E infine verrà concesso un aumento della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali di 100 milioni di euro, con lo scopo di permettere al commissario Domenico Arcuri l’acquisto e la distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.
Per il momento non è previsto lo slittamento delle scadenze per gli operatori economici in difficoltà, mentre a quanto si apprende sarà il quarto decreto Ristori che si occuperà in maniera specifica delle proroghe per gli adempimenti fiscali.
Ma i beneficiari delle risorse, più che sperare negli aiuti del decreto, scommettono sulla possibile riapertura dei negozi a ridosso delle festività di fine anno per dare fiato alle attività commerciali, ma tutto però dipenderà dalla curva dei contagi. Non è una sorpresa che i dati Istat sui consumi nel 2020 siano in picchiata, ma l’allarme lanciato da Confesercenti e Confcommercio spesso non è stato ascoltato.
Per questo il governo sta studiando una sorta di tregua, dieci giorni con minori restrizioni, per facilitare lo shopping e dare una boccata d’ossigeno ai consumi, permettendo l’apertura dei negozi anche in zona rossa e arancione. Coldiretti spiega infatti che gli acquisti natalizi lo scorso anno sono valsi 5 miliardi.
Sempre i dati dell’Istat mostrano come nel secondo trimestre negozianti e commessi siano stati i più penalizzati dalla crisi del lavoro della prima ondata di Covid, con 191mila occupati in meno nel commercio rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. A ciò si collega anche una minore propensione al consumo, in calo di dieci punti percentuali e la spesa è diminuita molto di più del potere d’acquisto, le famiglie hanno risparmiato quanto più potevano per far fronte all’incertezza sul futuro.
Con i negozi chiusi non stupisce la stima di Confesercenti che sottolinea che 4,2 miliardi di euro di spesa, nel prossimo mese e mezzo, si sposteranno dal commercio fisico a quello online, dei quali 700 milioni solo per il black friday degli sconti pre-natalizi. L’e-commerce è del resto l’unico che ha tenuto nell’anno del Covid.
Dopo il rimbalzo nel terzo trimestre la fine dell’anno rischia di avere di nuovo il segno meno. Per i pubblici esercizi, le previsioni della Fipe Confcommercio, anticipano una perdita di fatturato di 10 miliardi di euro, pari al 40%, nel quarto trimestre, dati drammatici.
Secondo molte associazioni di categoria, lo shopping natalizio potrebbe in parte contenere i danni economici della pandemia e riportare un po’ di ottimismo tra gli imprenditori: si tratta di un importo complessivo di 221 euro a famiglia secondo l’analisi della Coldiretti sulla base della Xmas Survey della Deloitte, con abbigliamento e accessori, prodotti alimentari e giocattoli tra i regali più gettonati insieme a libri e musica.
Ma questo Natale non mancheranno anche regali legati all’enogastronomia, con i grandi prodotti della tradizione che tornano protagonisti della tavola e in questo senso è positivo che l’82% degli italiani preferisca l’acquisto di merci made in Italy per aiutare l’economia nazionale.
Lucrezia Melissari