Sarà presentato nei prossimi giorni dall’Università di Ca’Foscari e dalla Corte d’Appello di Venezia, un innovativo progetto di “giurisprudenza predittiva”, per il quale attraverso un software sarà possibile conoscere in anticipo come potrebbe concludersi una certa sentenza.
“La giurisprudenza predittiva, dal cittadino alla Corte di Cassazione: le prospettive”, sarà approfondito lunedì primo febbraio, sulla piattaforma zoom, dalle 15 alle 16.30, info www.unive.it.
Moderato dal direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello, vedrà la partecipazione della rettrice Tiziana Lippiello, della Presidente della Corte d’Appello Ines Marini, del coordinatore del Centro Studi Giuridici, Adalberto Perulli, di Antonio Righi di Deloitte Consulting, del presidente dell’ordine degli avvocati, Giuseppe Sacco, del presidente della Camera di Commercio, Massimo Zanon e del presidente di Confindustria Venezia Rovigo Vincenzo Marinese.
Come ha voluto spiegare la presidente della Corte d’Appello, Ines Marini, lo scopo del progetto è quello di ridurre la domanda di giustizia, disincentivando le cause che avrebbero scarsa possibilità di successo, fornendo ad avvocati e utenti, “due dati fondamentali per la certezza del diritto e delle relazioni sociali ed industriali”, la durata media dei procedimenti e l’orientamento di massima.
Il progetto, nato nel 2017, è stato appoggiato dal Centro di Studi Giuridici di Ca’ Foscari, che è stato il primo ateneo in Italia ad esplorare questo tema: “Abbiamo costituito un gruppo di lavoro, il cui compito è stato quello raccogliere le sentenze della Corte d’Appello e di tutti i tribunali veneti, in merito a determinati contenziosi degli ultimi anni. Le sentenze sono poi state catalogate e suddivise in sottocategorie, estrapolando fatti e principi di diritto”. Quindi è stato creato il software, che sulla base di parole chiave, elabora la giurisprudenza raccolta e fornisce una previsione sull’ipotetico esito del giudizio.
Così, immaginando un caso come quello accaduto nei giorni scorsi nel Padovano, all’interno di una nota catena di supermercati, in cui alcuni dipendenti avrebbero mangiato e bevuto a sbafo dal bar interno alla struttura, senza mai pagare le consumazioni, la società prima di intentare una causa o di decidere di licenziarli, potrebbe consultare il software per capire quante possibilità avrebbe di vincere la causa. Il sistema infatti è in grado di rispondere nel giro di pochi secondi dando una previsione del giudizio, con relative percentuali di perdita o vittoria.
Come ha sottolineato Adalberto Perulli, coordinatore del Centro Studi Giuridici, “se questo progetto si interconnettesse con il Ced del Ministero della Giustizia, permetterebbe di applicare la giurisprudenza predittiva in tutta l’Italia”. E, sarebbe veramente la svolta.