Trattato START, lotta alla pandemia, normalizzazione dei rapporti USA-Russia. E poi Ucraina, Iran e Navalny. Questi gli argomenti trattati dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il suo omologo russo, Vladimir Putin, nella loro prima telefonata.
C’è grande attesa, a livello internazionale, nel vedere che piega prenderanno le relazioni tra Washington e Mosca, dopo i quattro anni a guida Trump. L’ex presidente, che sembrava voler avere un approccio conciliante nei confronti della Russia, ha dimostrato invece, nei fatti, di non aver voluto concedere molto a Putin. Inasprendo le sanzioni per la questione ucraina e rivaleggiando nei teatri più caldi dove entrambe le potenze erano coinvolte: dal Venezuela alla Siria, passando per Afghanistan e Mar Mediterraneo.
Biden, per contro, in diverse occasioni aveva affermato di non cercare un confronto con Mosca; ma ha voluto ribadire che “gli Stati Uniti agiranno con fermezza in difesa dei propri interessi nazionali in risposta alle azioni della Russia che danneggiano noi o i nostri alleati.”
“Soddisfazione” è stata espressa da entrambe le parti dopo la telefonata. E questo deriva in gran parte dal raggiungimento, seppur in via informale, di un nuovo accordo sul nuovo trattato START (Strategic Arms Reduction Treaty). Il Trattato in questione regola la riduzione progressiva, da parte di Russia e Stati Uniti, delle installazioni missilistiche capaci di lanciare attacchi con ordigni nucleari. In scadenza a febbraio 2021, Putin, ancora ad ottobre, aveva espresso il desiderio di rinnovarlo immediatamente di un altro anno; trovando però il rifiuto da parte di Trump. Rifiuto che aveva fatto temere per una nuova corsa al riarmo.
Biden ha invece espresso opinioni diverse sulla materia. Facendo ben sperare i fautori di un’ulteriore tregua e l’inaugurazione di una nuova stagione all’insegna della distensione tra i due Paesi; detentori dei due maggiori arsenali nucleari al mondo. “È tra le priorità di disarmo e sicurezza internazionale più urgenti del momento”, ha dichiarato in merito il segretario dell’ONU, Guterres.
Se la distanza tra i due Paesi rimane inevitabilmente profonda su alcuni argomenti, vero è che poter inaugurare la nuova presidenza americana con un nuovo accordo sugli armamenti atomici, sarebbe il miglior auspicio per i quattro anni a venire.
Federico Kapnist