Si è tenuta ieri a Bari la prima udienza, in videoconferenza, del processo per il naufragio del 2014, della “Norman Atlantic”, nel quale persero la vita 31 persone e ne rimasero ferite una sessantina. I reati contestati sono cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime, oltre a diverse violazioni sulla sicurezza e al Codice di navigazione.
La prossima udienza è stata fissata per il 17 febbraio 2021 e i giudici dovranno decidere se il processo potrà proseguire a Bari, o se, come richiesto dai difensori di alcuni dei 32 imputati, dovrà essere trasferito a Brindisi, dove la nave trovò il primo approdo o, a Rovigo, dove ha sede la società Visemar, dell’armatore Carlo Visentini, di Porto Viro, proprietaria del traghetto. Un’altra ipotesi sarebbe quella di trasferire il processo addirittura fuori dall’Italia, in considerazione del fatto che l’incidente avvenne al largo delle coste albanesi.
Al centro del processo, i fatti avvenuti la notte del 28 dicembre 2014, quando, attorno alle 3.30, durante la navigazione tra la città greca di Igoumenitsa e Ancona, sul traghetto “Norman Atlantic”, che viaggiava per conto della società “Anek Lines”, che trasportava 443 passeggeri, oltre ai 56 membri dell’equipaggio e, sembra anche sei clandestini, scoppiò un incendio, che causò poi il naufragio.
Stando a quanto emerso dalle indagini, la causa del rogo fu un camion-frigo, lasciato con il motore acceso tutta la notte, per mancanza di prese di corrente. Quello che ne seguì, fu una serie inenarrabile di errori e negligenze, tra le quali l’attivazione del sistema anti-incendio sul ponte sbagliato, che finirono col rendere l’incendio indomabile. Fu una notte drammatica anche per le temperature particolarmente rigide, che causarono la morte per assideramento di undici passeggeri.
La richiesta dei danni si aggira sui 30 milioni di euro. Si sono costituiti parti civili i ministeri dell’Ambiente, della Difesa e degli Interni, le associazioni di tutela Codacons, Confconsumatori, Anmil e una settantina di famigliari di vittime e superstiti.