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Privacy a rischio su LinkedIn: multato per 310 milioni di euro

Privacy a rischio su LinkedIn: il social network del lavoro ha ricevuto una multa da 310 milioni di euro per aver infranto le regole sulla privacy.

Privacy a rischio

Chi cerca lavoro conosce bene LinkedIn, il social network nato proprio per mettere in contatto chi offre lavoro e chi lo sta cercando. Attenzione però, perchè la propria privacy potrebbe essere a rischio usandolo: la piattaforma ha ricevuto una multa di 310 milioni di euro per aver infranto le regole in questo senso.

Privacy a rischio su LinkedIn

Quando in passato si doveva cercare lavoro, si prendeva un pennarello rosso o un evidenziatore, e si apriva il giornale. Gli annunci si trovavano nella sezione apposita, e si poteva chiamare direttamente il datore di lavoro per candidarsi. In alternativa, si stampavano decine e decine di curricula, e si portavano in giro manualmente, cercando le attività che stavano assumendo. Oggi invece è tutto diverso, e gli annunci di lavoro si trovano online, si manda una mail e ci si candida.

Poi c’è LinkedIn, un vero e proprio social network nato con l’intento di mettere in contatto le aziende che offrono lavoro, con i candidati che lo stanno cercando. Su questa piattaforma, oltre a esporre le proprie esperienze lavorative passate e la propria formazione, si può anche far vedere chi siamo a livello caratteriale e sociale. Infatti, si può pubblicare, condividere post altrui e fare tutto quello che si può fare anche su Facebook. Finora tutto aveva funzionato al meglio, ma poco fa LinkedIn ha ricevuto una multa molto grave, che lede la privacy degli utenti.

Multa da 310 milioni di euro

Multa da 310 milioni di euro – Venetoreport

Infatti, la piattaforma non ha rispettato la privacy dei suoi utenti e per questo dovrà pagare una multa salatissima, che ammonta a ben 310 milioni di euro. A decretarlo è stata l’autorità iralndese per la protezione dei dati, la quale ha individuato nell’azione del social network della Microsoft, una violazione delle regole europee sulla privacy. In particolare, LinkedIn è accusata di aver utilizzato senza permesso i dati degli utenti che si sono iscritti.

Si tratta di un’indagine che va avanti da circa 6 anni, e che in questo arco di tempo ha preso in esame il modo in cui le informazioni comportamentali dei singoli individui sono state usate per la produzione di una pubblicità mirata e per creare annunci targettizzati basati proprio sui dati personali. Questo LinkedIn non poteva farlo, e la multa è commisurata alla gravità delle azioni perpetrate, e il social network dovrà pagarla per intero.

Erika Fameli

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