Di cose che non quadrano in questa triste e complicata vicenda ce ne sono tante, ma una cosa almeno è davanti agli occhi di tutti: le migliaia di famiglia e aziende i cui risparmi sono stati saccheggiati per anni dalla Banca popolare di Vicenza e che adesso sperano di aver, seppur con poca speranza, qualcosa indietro.
Sono stati chiesti 10 anni per l’ex presidente Gianni Zonin e adesso l’avvocato di parte civile, Michele Vettore, con i colleghi Bertelle e Ciccotto tra i più assidui in aula per supportare le richieste delle parti danneggiate, durante la sua arringa dello scorso 17 dicembre allarga le responsabilità ad altri attori che in questa prima fase del processo sono stati marginali.
L’avvocato condivide la ricostruzione del dibattimento dei Pm e le loro richieste di pena, ma pone un tema importante: quello dell’assenza sul banco degli imputati, oltre che di Consob, soprattutto di Banca d’Italia. L’avvocato Vettore chiede infatti al collegio di “non accettare le richieste risarcitorie” dei due enti di controllo, il che permetterebbe quindi di rimettere le carte in tavola per verificare le rispettive responsabilità nel crac della Popolare vicentina.