Adesso, l’avvocato Fabio Pinelli del Foro di Padova, patrocinante della Regione del Veneto nel maxi processo “Taurus”, spiega che: “La Regione Veneto ha diritto di essere risarcita in caso di delitti di stampo mafioso commessi nel proprio territorio“.
All’esito dell’udienza preliminare del maxi processo cosiddetto “Taurus” – relativo alle infiltrazioni mafiose nella provincia di Verona – il Giudice, Dott. Luca Marini, ha infatti confermato il principio di diritto secondo cui in caso di reati di matrice mafiosa è l’intera collettività locale a subirne le gravissime conseguenze, pregiudicando anche l’immagine dell’Ente, in questo caso la Regione Veneto, costantemente impegnata nel contrasto alla criminalità organizzata.
Il Giudice ha condannato pressoché tutti gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, rinviando a giudizio gli altri che non hanno optato per riti alternativi, fissando la prima udienza dibattimentale del processo avanti il Tribunale di Verona per l’udienza dell’8 novembre.
Gli imputati sono stati inoltre condannati in solido a risarcire tutti i danni subiti dalla Regione Veneto, costituita parte civile con l’assistenza dell’avv. Fabio Pinelli, riconoscendo in favore dell’Ente una provvisionale immediatamente esecutiva pari a complessivi 500.000,00 euro.
E tra le parti civili del processo erano presenti anche Cgil Veneto e Cgil Verona. Anche al sindacato è stato riconosciuto un grande risarcimento e le condanne sono state così commentate da Silvana Fanelli, segretaria di Cgil Veneto, e da Stefano Facci, segretario di Cgil Verona: “La chiusura del rito abbreviato, con i rinvii a giudizio o le condanne inflitte agli imputati, confermano l’impianto accusatorio. È la dimostrazione evidente della presenza della criminalità organizzata nel tessuto produttivo regionale. L’ennesima prova che non siamo più di fronte a sporadiche infiltrazioni, ma a un radicamento che parte da tempi lontani e che le crisi finanziarie che si sono succedute negli anni non hanno fatto altro che consolidare, offrendo ai clan l’opportunità di sfruttare le difficoltà di molte imprese per condizionarle o prenderne definitivamente il controllo”.
“Quanto accaduto – continuano dal sindacato – deve mettere in grande allarme l’intero sistema veneto, a livello istituzionale, economico e sociale, perché stiamo affrontando una nuova crisi e perché è in arrivo una quantità davvero significativa di risorse, che le mafie hanno messo senz’altro nel mirino. La Cgil c’è e ci sarà e il riconoscimento di un cospicuo risarcimento al sindacato è il segno che il tribunale individua nelle lavoratrici e nei lavoratori le prime vittime dell’illegalità economica e della violenza criminale nei luoghi di lavoro, che calpestano diritti e libertà fondamentali delle persone, compresa quella di organizzarsi sindacalmente e di lottare per la propria emancipazione”.